È già la terza lezione consecutiva che Vanessa resta in classe. Una seconda. Non fa religione e l’anno scorso pure, senza aver dato nessun segnale di interesse. Chissà. O forse quest’anno è soltanto un caso, un momento. Ad ogni modo la sua intelligenza mostra tutti i segni di una sofferenza che le ha arato il cuore. Due occhi chiari e freddi nascondono una rabbia palpabile. E solo grazie ad una energia di base tosta, e una bella autoironia, non diventa troppo distruttiva.
Stiamo parlando di demonio. Tema ormai ineludibile, perché ritorna spesso in infinite loro domande. “Ok ragazzi, la parola “demonio” indica un essere intermedio tra Dio e l’uomo, divino, superiore all’uomo, ma inferiore a Dio. Nella classifica degli esseri più potenti al top c’è Dio, al secondo posto il demonio e al terzo gli umani”. Ma Vanessa non ci sta. “No prof. al primo posto ci sono io”. “Capisco la tua ironia Vanessa”, le dico. “No prof. sono seria. Non credo che Dio esista e nemmeno il demonio. Sono solo idee che ci facciamo noi”. “Beh se pensi così sei in buona compagnia. Un certo Ludwig Feuerbach attorno al 1840 lo aveva già detto: non è Dio che crea l’uomo, ma l’uomo che crea l’idea di Dio”.
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