
Manager, politici, ghostwriter, consulenti etici. Altro che laurea debole. Il filosofo del terzo millennio è sempre più richiesto dal mondo produttivo, dalla politica, dalle imprese. «In momenti di recessione come questo, anzi, il pensiero critico di un filosofo è sempre più necessario per trovare una soluzione reale e non teorica», spiega Roberto Mordacci, 49 anni, preside della facoltà di Filosofia Vita-Salute San Raffaele di Milano.
Nell’immaginario collettivo, si tratta di un titolo di studio con scarse opportunità di lavoro. Una laurea “surreale” secondo i più. E invece le cose vanno diversamente. Proprio nella realtà. L’università del San Raffaele – ora dissolte le note ombre – registra un incremento delle iscrizioni del 70 per cento rispetto al 2013. «Noi non abbiamo certo cambiato pelle, anzi rilanciamo il nostro progetto con una proprietà più solida alle spalle» precisa il preside. Partiamo da Milano, dunque, ma vedremo che, dati alla mano, laurearsi in filosofia conviene anche nel resto d’Italia. Nel 30 per cento dei casi si trova impiego come consulente per le aziende a un anno dal titolo all’università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Lo confermano i dati Almalaurea (Consorzio interuniversitario per favorire e monitorale l’inserimento dei laureati nel mondo del lavoro) relativi al 2011-2012. Nello stesso ateneo, sempre dopo 12 mesi si segnala il 70,6% di occupati, contro una media nazionale del 59 per cento.
Sforna filosofi d’eccellenza anche Macerata, nelle Marche, con una percentuale di dottorandi molto elevata (37,5%); segue la facoltà di Filosofia di Firenze (23,3 per cento). Continua a leggere qui http://www.ilcontropunto.it/pages/pagina_articolo.php?nomepagina=articolo&idnews=53&t=Vuoi
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