Un interessante intervento di don Antonio Mazzi sull’omicidio suicidio dei due giovani Pietro Maxymilian e Alessandra
Faccio sempre più fatica a commentare i drammi che, quotidianamente, accadono nel mondo dei giovani. Dobbiamo essere onesti nel dire che i giovani ci sono sfuggiti e non li capiamo più. Credevamo di sapere tutto. Soprattutto noi che viviamo queste tragedie ventiquattro ore su ventiquattro, ogni volta balbettiamo e rimaniamo tristemente travolti. Il fatto poi dei due che si sono buttati nel vuoto è ancora più “spaventoso”. Molti hanno commentato la lettera impazzita di Pietro Maxymilian. Cosa nascondesse il cuore e la testa del ventenne, Dio lo sa. Io non riesco a trovare lì dentro qualcosa che si avvicini al dolore, all’amore. L’anima era veramente scappata da Max. Però, se leggo la sua storia, la fragilità, l’adozione, i tentati suicidi, la frantumazione della seconda famiglia, mi fermo e nella testa mi compaiono domande, dubbi, coincidenze, fatalità, stranezze.
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