Frosinone, Ceccano, Veroli, Ferentino, Alatri, una sola nuova grande città


pentapoli della valle(AGENPARL) – Roma, 22 lug – Proviamo per un momento a immaginare una nuova grande città di oltre 100.000 abitanti, in grado di offrire tutti i servizi, di ampliare la quantità e la qualità dell’offerta ai propri cittadini. Frosinone, Alatri, Ferentino, Veroli e Ceccano potrebbero trovare insieme quelle risorse che separati non avranno mai. Ognuno manterrebbe la propria identità, ma tutti avrebbero la straordinaria opportunità di agire in maniera significativa sulle spese e di poter progettare in grande su una vasta area.  E’ arrivato il momento di crescere, di affrontare le sfide economiche e sociali, guardando oltre i propri confini comunali. Come territorio dobbiamo capire che l’unico modo che gli enti locali hanno per dare servizi migliori ai cittadini è quello di riorganizzarsi, mettendo assieme le risorse, capacità e progetti. Dobbiamo, infatti, fare del frusinate un’area capace di attrarre investimenti, di creare opportunità di lavoro e di dare benessere per i suoi abitanti. Un modello da replicare in tutta la provincia, come nelle aree di Anagni, Sora e Cassino. Questa la dichiarazione di Daniela Bianchi a seguito dell’intervista rilasciata da Maurizio Stirpe, presidente di Unindustria Lazio, in merito al progetto della Grande Frosinone, che vedrebbe unite nei servizi le diverse città limitrofe il capoluogo laziale. Anche il presidente di Unindustria Lazio ha sottolineato la necessità di riorganizzare i territori per dare vita ad una seria e immediata programmazione locale che permetta di superare il nanismo non solo fisico ma soprattutto di visione fatto di tanti centri che non dialogano tra loro. Un fatto che, in una Regione con Roma Capitale, rischia di farci perdere il treno delle opportunità.Nella tanto citata globalizzazione, la partita la vincono i danbianterritori che sanno accogliere, essere ospitali con servizi all’avanguardia, che si propongono come poli di sviluppo. Tutto questo può essere affrontato con una attenta pianificazione, a partire dai servizi essenziali come acqua, rifiuti, trasporti, sanità, infrastrutture materiali e immateriali. Il progetto “Grande Città” permetterebbe non solo di risparmiare sui costi dei servizi, ma soprattutto di aumentarne il numero e la qualità. La prima conseguenza degli accorpamenti dei servizi tra le città di Alatri, Ferentino, Frosinone, Veroli e Ceccano sarebbe la crescita della popolazione fino a circa 150 mila abitanti. Ciò garantirebbe  un maggior potere contrattuale: bandi unificati e una singola centrale unica degli acquisti (come già sperimentato dalla Regione in sanità) potrebbe far risparmiare qualche milione di euro e rendere le amministrazioni più trasparenti. Basti pensare che il solo bando sui rifiuti del Comune di Frosinone  vale 25 milioni di euro. Con i fondi risparmiati, potrebbero nascere progetti innovativi, legati alle smart city, come sta avvenendo in molte città europee, per abbattere le emissioni , dare maggiori informazioni e servizi ai cittadini e organizzare al meglio gli spazi urbani, con il recupero delle aree degradate. L’obiettivo è riorganizzare i Comuni partendo da basso,  con il risultato di avere meno CDA, meno poltrone, meno burocrazia, meno carrozzoni e municipalizzate e più politiche per i cittadini.  Anche sul versante dei progetti europei, è difficile, come avviene oggi, cambiare la vita delle persone proponendo  piccoli interventi da 15/20 mila euro confinati nei singoli comuni. Con la nuova programmazione 2014-2020, che mette a disposizione 4 miliardi per il Lazio, serviranno progetti ambiziosi, per dare la scossa decisiva alla nostra provincia. Su questo fronte la Regione già si sta muovendo, mettendo mani alla riforma delle Unione dei Comuni e cancellando le Comunità Montane. Ma è necessario un ulteriore scatto in avanti. Creare importanti aree urbane con una stessa visione di sviluppo, preservando la loro anima identitaria. Insomma, è il momento di disegnare in grande il nostro futuro. Una scelta coraggiosa, di rottura, che, oltre ad essere condivisa da parte della società civile, appartiene anche alle forze del centro-sinistra, come dichiarato dall’On. Schietroma, e in particolare al PD che in gran parte dell’Italia, anche sotto la spinta renziana, sta provando a dare un nuovo motore all’Italia dei territori. Su questa linea dal giorno dell’insediamento si muove anche il  presidente Zingaretti che ha impostato la sua azione su tre principi cardine: taglio dei costi inutili, riprogettazione della macchina amministrativa e maggiori benefici per la comunità. Sono altresì convinta – conclude la consigliera – che questo progetto potrà andare in porto solo con una PD provinciale lontano dalle correnti di potere che troppe volte l’hanno tenuto fuori dai problemi reali delle persone.   E’ tempo di crescere anche per il Pd e per quella sua parte che vuole uscire dalle sabbie  mobili di personalismi in conflitto. Quei tanti amministratori, militanti e cittadini che vogliono abbracciare un modo diverso di fare politica, con la voglia di mettersi in gioco per l’interesse pubblico.


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