Le terre che da Oppido Mamertina si snodano fino a Gioia Tauro, Rosarno, Rizziconi, San Procopio, Taurianova e Varapodio brulicano di vita e iniziative. Nei 130 ettari sottratti alle ’ndrine, il primo bene in Calabria confiscato alla mafia e dato in gestione per fini sociali, cominciano i campi estivi e si lavora ai raccolti. In dieci anni di attività ci hanno provato in tanti a fermare il sogno di don Pino De Masi e dei suoi ragazzi. Intimidazioni, atti di vandalismo, il taglio delle piante, sabotaggi di ogni genere a cui però la cooperativa ha sempre risposto con un progetto nuovo, con una attività in più.
Il parroco del duomo di Polistena, intitolato a santa Marina vergine e martire, diocesi di Oppido Mamertina, appena arrivato nel 1984, aveva cominciato subito con un’educazione solida e un ancoraggio al Vangelo. La cooperativa Valle del Marro diventa realtà nel 2004. I ragazzi che da tempo frequentavano la parrocchia e che, con il loro
parroco, si erano impegnati in un cammino di evangelizzazione, avevano trovato naturale confluire in quella impresa solidale che prometteva lavoro e speranze e che oggi è un fiore all’occhiello di tutta la regione: il segno che non è impossibile sottrarsi alle mafie e avviare la Calabria verso un futuro diverso. «Come diceva don Tonino Bello, ai segni del potere occorre opporre il potere dei segni. È quello che abbiamo fatto e stiamo facendo».
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