Questa è la storia di un maestro, di un cittadino normale, con uno stipendio di 1180 euro circa, che paga le tasse, le multe, si compra con i propri soldi le mutande, il chewing gum, lo spazzolino da denti e la macchina.
Potrà sembrare banale ma oggi vorrei raccontare questa storia al Presidente della Regione Roberto Cota, al vice presidente del consiglio regionale (ex Pdl) Roberto Boniperti che avrebbe comprato una confezione di gorgonzola piccante con i soldi pubblici; al consigliere della Regione Lombardia Carlo Spreafico (Pd) che avrebbe fatto altrettanto con un barattolo di nutella o una piadina e a tutti quei consiglieri regionali che, a spese nostre, avrebbero comprato Barbie, pecore, salsicce, bombole a gas, slip, snack al supermercato, biglietti per uno spettacolo di lap dance, calze, campanacci per i cavalli, corni d’avorio, pecore e vitelli. Tutte spese “istituzionali”, per l’amor del cielo. Questa gente sembra aver dimenticato il Paese reale. Raccontiamolo loro, scriviamo loro una mail, una lettera.
Ecco io, dipendente dello Stato come voi, ho acquistato proprio ieri tre paia di slip da una nota catena: 60 euro. In quel momento non ho assolutamente pensato di presentare lo scontrino alla mia scuola. Non è accaduto nemmeno che durante il viaggio d’istruzione, essendomi scordato a casa lo shampoo, lo acquistassi a spese del Ministero della Pubblica Istruzione come ha fatto qualcuno del gruppo dell’Idv in Liguria. In gita ho pagato focacce o pizzette a qualche bambino che non si era portato il pranzo al sacco ma non ho mai immaginato di presentare una nota spese come magari ha fatto Renzo Bossi che con i soldi pubblici ha acquistato ventiquattro Aperol, cinque San bitter e due bottigliette d’acqua.
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