250 mila euro di cemento spruzzato franati a valle. E Ottaviani, che pure ha deciso quell’intervento ora cerca i responsabili del disastro.
Leggiamo da L’inchiesta
FROSINONE – «Abbiamo chiesto l’accertamento di congruità tecnica per i lavori svolti». A dirlo è il sindaco Nicola Ottaviani, che stamattina ha incontrato presso la stazione di valle dell’ascensore inclinato, ai piedi del versante nuovamente franato a Santo Stefano, i tecnici della Regione e dell’Ardis assieme al professor Napoleoni (consulente del Comune) e al dirigente comunale Elio Noce. Il “pool” ha trovato uno scenario aggravato dopo le precipitazioni della notte di Natale: una parte dello spritz-beton per il contenimento della frana (costato circa 250mila euro) è caduta a valle assieme alla terra, minacciando anche la stazione di valle dell’ascensore, che è tornato però a funzionare. A rimetterci è stato poi ancora il fiume Cosa, nel quale si sono riversati i massi, che si sono in parte distaccati dal cordone per la messa in sicurezza delle sponde predisposto dall’Ardis, l’agenzia regionale per la difesa del suolo. «Alla luce di quanto accaduto, con la frana che ha rischiato di investire anche la stazione di valle dell’ascensore – ha detto il sindaco – abbiamo chiesto l’accertamento di congruità tecnica per i lavori». Sotto la lente finiscono dunque i lavori svolti dall’Ardis, mentre si attende ancora di capire che tipo di intervento intenda fare la Regione per il ripristino del Viadotto Biondi
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La geologia tecnica è una roba insidiosa! Bisogna vedere se la impermeabilizzazione a monte era sufficiente o meno, e se il regime transitorio di comportamento dell’opera sia stato considerato in modo adeguato. In linea di principio non si trattava di una azione sbagliata; teniamo a mente che piazzare drenaggi, pur più efficaci, potrebbe avere effetti collaterali pesanti.
Non sempre la ricerca di un capro espiatorio risolve davvero i problemi, stante la pervasività dei dissesti italiani. E comunque esistono situazioni nelle quali è più conveniente arrendersi che insistere: solo gli italiani credono ancora di poter edificare in ogni luogo. Non è vero, e ne paghiamo spesso le spese.