di Roberto Scano, Iwa (associazione internazionale per la professionalità nel web)
Scrivo questo pezzo in una calda giornata d’agosto dell’Anno Domini 2013, in cui in rete si festeggia la morte del fax come mezzo di scambio di comunicazioni pubblica amministrazione. Si, avete letto bene, è servito un emendamento al senato al decreto del fare per vietare alla P.A. di scambiarsi comunicazioni utilizzando il FAX, un emendamento giustamente chiamato “ammazza-FAX”. Vittoria quindi: le comunicazioni all’interno della PA debbano avvenire per via telematica, ma si va oltre! si arriva a stabilire persino «l’esclusione dell’invio a mezzo fax» annullando quanto a suo tempo considerato una sentenza del Tar della Puglia, che aveva ritenuto il FAX l’unico strumento “idoneo” e giuridicamente valido per le comunicazioni tra pubbliche amministrazioni. L’emendamento ha battuto pure il parere del governo che tramite sottosegretario aveva detto: “L’altro giorno non funzionava l’email e meno male che avevano il fax altrimenti non avrebbero saputo come fare”. Sempre in tale direzione dal 1 luglio 2013 è entrato in vigore l’art. 5 bis del Codice dell’Amministrazione Digitale il quale prevede che anche le comunicazioni tra imprese e pubbliche amministrazioni debbano avvenire in formato digitale. Se consideriamo che già dal marzo del 2005 viene sancito il diritto del cittadino di utilizzare le nuove tecnologie per le comunicazioni con le PA, direi che abbiamo perso una battaglia di civiltà.
Continua a leggere qui http://www.agendadigitale.eu/egov/448_finche-carta-non-ci-separi.htm
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