Dopo l’assalto subito da un dobermann in pieno centro a Ceccano, ci scrive Anita
Una questione di civiltà.
“Los cabrones son los dueños…no los perros!”
Gli imbecilli (il termine spagnolo è un po’ più forte e calzante) sono i padroni, non i cani.
Sono quegli umani che li educano alla cattiveria, che istigano alla violenza degli animali che per quei padroni darebbero la vita.
Non si rendono conto che quella violenza è una spada di Damocle sulla testa del cane? Che se venisse considerato mordace e pericoloso, magari in seguito ad un’aggressione come quella che hai subito tu, potrebbe venire abbattuto?
Ho letto sul web che In America il cane più utilizzato per la Pet-Therapy è il Pit Bull, Invece da noi ci sono degli idioti frustrati che usano i cani per *superare* queste frustrazioni, esattamente al pari di quelli che per superare altri tipi di “complessi” usano automobili sempre più grosse e potenti…
La sortita del ragazzino (*vuoi che andiamo dai Carabinieri?*) mi persuade che fosse proprio questo il caso (e concorderai con me, ne sono certa, che questo è forse l’aspetto più triste della vicenda): sapeva bene, ritengo, che il proprio animale non rientrava tra quelli con obbligo di museruola ma solo di guinzaglio ed ha agito con conseguente arroganza.
Tempo fa si parlava di una “patente” per i possessori di cani, proprio per evitare questi spiacevoli episodi ma anche per cambiare quella cultura violenta da sottosviluppati (absit iniuria verbis!): Gandhi diceva che “la civiltà di un popolo si misura dal modo in cui tratta gli animali”, per l’appunto!
Anita (socio ENPA).
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