
dall’Associazione contribuenti – mentre un ulteriore 31% dichiara al fisco di guadagnare meno di 10.000 euro all’anno. In pratica l’85% dei giocatori è povero e molti di loro hanno la social card. Un dato che stride con le giocate effettuate ogni anno soprattutto se confrontate con le dichiarazione dei redditi dei giocatori». L’indagine informa, inoltre, che in Europa l’Italia ha il primato per la maggior cifra giocata al tavoli da gioco: in media 2.430 euro a persona che vengono sottratti all’economia reale. I dati inglobano anche le giocate dei minorenni che, secondo il presidente di Contribuenti.it, Vittorio Carlomagno, in tre anni sono passati da 860 mila a 4,2 milioni. Solo nel 2013 l’incremento è stato del 14,6%. A questa fascia, secondo l’indagine, è attribuibile il 37% di tutte le giocate.
«L’erario si preoccupa più di fare cassa che combattere l’evasione fiscale – insiste Carlomagno – accertando i giocatori nullatenenti». Ancora altri dati utili a tratteggiare ulteriormente l’imponenza e quindi la pericolosità del fenomeno: i giocatori in Italia sono 33,2 milioni, di cui 8,4 milioni giocano con frequenza settimanale. Il giro di affari, nel 2013, potrebbe superare i 100 miliardi di euro l’anno, in forte crescita rispetto agli 85 miliardi di euro del 2012, ai 78 del 2011 e agli appena 16 del 2003. Spulciando il dossier del centro studi “Antonella Di Benedetto”, emerge che i giocatori più incalliti sono quelli residenti in Molise con il 57%, segue la Campania con il 51% e la Sicilia col 50,7%. In coda i residenti in Trentino Alto Adige con il 31,9%. L’associazione Contribuenti italiani va oltre l’analisi, proponendo misure per combattere il gioco d’azzardo, l’evasione fiscale e il riciclaggio. Ad esempio il divieto del gioco d’azzardo in tutti i locali pubblici e l’applicazione annuale del redditometro a tutti i giocatori, dopo la loro identificazione e l’accertamento delle giocate. Così, a detta dell’organismo, si potrebbero evitare l’approccio dei minorenni ed episodi di riciclaggio, usura ed evasione fiscale. Un’ulteriore proposta per combattere l’evasione fiscale e rilanciare l’economia del Paese è applicare su tutti i giochi legalizzati un’imposta unica sostitutiva pari al 50% delle vincite, che potrebbero pure essere tassate in dichiarazione dei redditi con l’aliquota ordinaria.
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