di Maria Teresa Pontara Pederiva per http://www.vinonuovo.it/
Quando si dice la memoria. Sì, non mi è proprio venuto in mente che il 23 agosto era il 90° anniversario dell’assassinio di don Giovanni Minzoni. Non sono uno storico, non affronto la storia di mestiere. Eppure avrei dovuto ricordarlo, e mi dispiace sinceramente di non averlo fatto. Perché di don Minzoni ne ho sentito parlare fin da piccola. Perché la mia nonna emiliana in quegli anni era maestra proprio ad Argenta e con don Giovanni aveva lavorato, e condiviso tante vicende.
I ricordi sbiadiscono, è vero, la nonna è morta ancora nel 1975, tuttavia non riesco proprio a capacitami di come sia stato rievocato in questi giorni.
Solo un breve flash sulla figura di questo prete che il sito “Santi e beati” non esita a chiamare “sacerdote e martire”: nato a Ravenna nel 1885, una volta
prete è destinato alla parrocchia di Argenta (diocesi di Ravenna, ma provincia di Ferrara), da cui si allontana per gli studi a Bergamo prima e come cappellano militare durante la Grande Guerra poi (fu anche medaglia d’argento). Terminato il conflitto ritorna alla sua sede, dove non accetterà mai di piegarsi alle pressioni del fascismo in ascesa, anima diverse attività che danno fastidio in alto fino alla sera del 23 agosto 1923 quando, rientrando in canonica, viene assassinato a colpi di bastone da una delle tante squadracce dalle camicie nere. Mandante riconosciuto Italo Balbo, nativo della campagna ferrarese e poi gerarca.
Continua a leggere qui http://www.vinonuovo.it/index.php?l=it&art=1400
Scopri di più da Pietroalviti's Weblog
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.
Lascia un commento