Pierre Durieux, direttore del Servizio della comunicazione della diocesi di Lione: “E’ diventato chiaro che Facebook e Twitter sono mezzi ‘in-di-spen-sa-bi-li per la nuova evangelizzazione e cruciali per essere all’ascolto delle ‘gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi’ del nostro paese e del mondo”.
Ecco il suo articolo pubblicato da La Croix
Qualche tempo fa era chic parlare dei social network solamente in termini di rischi e minacce. Bastava uno scandalo mediatico a dare credito a una tesi abbastanza inconsistente che mascherava in maniera molto maldestra l’ignoranza riguardo a questi mezzi e la mancanza di voglia di “metterci la testa”. Più recentemente, quasi come un controbilanciamento – movimento per di più benedetto da papa Benedetto XVI – è diventato chiaro che Facebook e Twitter sono mezzi “in-di-spen-sa-bi-li” per la nuova evangelizzazione e cruciali per essere all’ascolto delle “gioie e le speranze, le tristezze e le angosce
degli uomini d’oggi” del nostro paese e del mondo. In effetti, tra queste due prospettive – una troppo fosca e l’altra troppo ottimista – e dato che queste reti ci sono diventate sempre più familiari, occorre dire grazie per tutto il bene che ci hanno fatto, a cominciare dal fatto che hanno avvicinato un po’ di più le persone tra loro, senza nascondersi le tentazioni che comportano e i sette peccatori capitali che vi imperversano.
Il superbo. Non legge i messaggi degli altri ma rilegge i propri. Un filo esibizionista borderline, valuta costantemente la propria influenza e gratifica almeno il suo entourage con le proprie riflessioni narcisistiche. Gli piace sottolineare i propri pseudo-incontri con i grandi di questo mondo: “Ehi, @MelGibson non è che hai dimenticato i tuoi occhiali?“. Non è un membro della rete, è la testa della rete. Tiene la contabilità delle proprie interazioni su Twitter e disegna le curve dei “likes” e dei propri status su Facebook. Il massimo della soddisfazione è vedere che le proprie informazioni sono riprese, condivise e commentate. In un epoca di dittatura del relativismo è bene che vi siano dei nuovi magisteri. E in tutta franchezza è meglio che sia lui il maestro del momento, visto l’alto numero di cretini in circolazione. Inoltre, è assolutamente necessario che cambi la foto del proprio profilo circa ogni 48 ore. Quella del proprio ombelico.
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L’orig
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