A Frosinone sale la paura per la frana del viadotto Biondi e gli altri smottamenti che si sono verificati in viale Mazzini e in Viale Napoli. Intervengono anche i geologi a ricordare quante volte sia stata denunciata inutilmente la situazione di pericolo della collina su cui sorge il centro storico ed amministrativo della città capoluogo. Il sito Ciociaria 24 report ha intervistato il geologo Catullo:

Il geologo Catullo: “La collina di Frosinone era una zona ad alto rischio idrogeologico, poi è diventata edificabile. C’è uno studio che lo dimostra”. Il giallo degli strumenti di monitoraggio sotterrati
di Pietro Di Marino e Carlo Ruggiero @CiociariaReport
FROSINONE – “La collina su cui è stato costruito il Viadotto Biondi è un fronte di frana da almeno trent’anni. Esistono dei documenti e degli studi qualificati che lo certificano senza alcuna ombra di dubbio. Quindi il fatto che frani non è certo una sorpresa”. Il professor Mario Catullo non usa giri di parole. A quasi due settimane dal crollo del viadotto e alla luce degli interventi e delle consulenze che sono state messe in atto dall’amministrazione comunale, però, le sue parole pesano come i sassi che continuano a venir giù da quella collina.
Sebbene nessuno in questi giorni lo abbia sottolineato, però, quello che dice non è certo una novità. Catullo è un fisico e un geologo che da più di 20 anni si batte contro l’edificazione sulle diverse aree di frana presenti a Frosinone. Lui la struttura geologica su cui sorge il capoluogo la conosce bene. E’ stato l’oggetto della sua tesi di laurea e di numerosi studi successivi.
Una frana annunciata, quindi? “Non annunciata, ma stra-annunciata – continua Catullo -. L’ho detto, scritto e riscritto. Sono anni che continuo a dire che su quella collina non si doveva costruire, o almeno si doveva costruire dopo una bonifica completa dell’area”.
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