Le catene della finta solidarietà: la foto di una bimba morta, spacciata per un bambino malato. Paolo Attivissimo ancora una volta ci aiuta a non cadere troppo facilmente nelle trappole tese da tanti che vogliono divertirsi, speculando sul buon cuore delle persone.
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| Non è “Marco”, è Chrissy Nelson, morta nel 2004. |
Sta rimbalzando su Facebook un appello, illustrato dall’immagine qui accanto, secondo il quale “Marco”, descritto come “un bambino di Padova malato di leucemia linfoblastica acuta”, riceverà da Facebook una donazione di 45 centesimi di dollaro per ogni condivisione, grazie alla richiesta dell’istituto di ricerca Mario Negri. L’appello si conclude con il solito invito: “vi prego condividete se avete un cuore!”.
Se avete cervello, invece, non condividete: non mi risulta che Facebook si stia dando alle lotterie della vita o che l’istituto Mario Negri abbia chiesto qualcosa a Facebook. Anzi, la pagina Facebook dell’istituto contiene una secca smentita che indica anche la probabile origine dell’appello (alla quale non voglio regalare pubblicità). Si tratta insomma di una bufala crudele e di pessimo gusto.
I “senza cuore”, semmai, sono quelli che inoltrano l’appello senza fermarsi a chiedersi perché mai Facebook dovrebbe far dipendere la vita di un bambino dal numero di condivisioni: se non raggiungono la cifra necessaria, che fanno, lo lasciano morire?
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