di Augusto Sainati perhttp://www.ilfattoquotidiano.it
Sul successo elettorale del Movimento 5 Stelle si sono già scritti fiumi di parole, anche prima che ciò si verificasse, e ancora di più si scriveranno. Beppe Grillo ha saputo intercettare la rabbia e la delusione dei molti elettori provati dalla crisi, che pesa sulle loro tasche, e da anni di governi dediti a tutto fuorché all’attenzione ai loro bisogni.
Ma il successo di Grillo è anche un fatto mediatico e spettacolare. E’ il successo di un corpo sottratto, il suo, di un corpo fantasma che si è negato alle apparizioni fantasmatiche, sempre e quasi soltanto televisive, a cui si sono dediti gli altri competitor. Un corpo che è stato assente – ma, ugualmente, presente nella forma dell’assenza – dalla tv. Come sa molto bene chi fa tv, l’assenza vale più della presenza nel costruire uno scenario narrativo: è il tempo dell’attesa, il tempo del suspense di hitchcockiana memoria, il tempo in cui ogni sviluppo è possibile. Per questo la sedia vuota e la mancanza non sono meno “pieni”, e anzi lo sono di più, della presenza: valgono come promessa di un incontro che si rinnoverà, e che vive in questa promessa. Mina, assente da anni dagli schermi televisivi, non è meno presente nell’immaginario collettivo (e nelle vendite) dei suoi colleghi presenzialisti. In questo Grillo è stato perfetto nell’annunciare un arrivo in tv nell’ultima settimana dicampagna elettorale che non ha mai concretizzato, vanamente scimmiottato da altri aspiranti leader che hanno dato qualche forfait all’ultimo minuto.
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