Don Andrea Sbarbada è parroco a Castro dei Volsci. Ha celebrato la messa esequiale per Gianmarco Imola, il ragazzo morto all’improvviso, a 16 anni, a Terracina, mentre era in gita con gli amici.
Ecco le sue parole
Le grandi acque non possono spegner l’amore, né i fiumi travolgerlo
Questo si legge nella Bibbia. Lo so, ragazzi, che tra i tanti sentimenti di queste ore fa capolino anche quello della rabbia. Non so, forse siete arrabbiati con la vita, con il mondo intero e, penso, anche con Dio. Lo capisco e per questo non sarò io certo a dirvi che non dovete esserlo. Quando ci sentiamo vittime di un’ingiustizia ci arrabbiamo con chiunque. Specie quando si perde ciò che di più prezioso abbiamo nella vita. Per voi, ragazzi, un amico, un grande amico, ma per qualcun altro un Figlio, l’unico Figlio, un nipote, anche l’unico nipote. Non mi crea problemi la rabbia in questo momento: è comprensibile. Mi preoccupa piuttosto la possibilità di pensare che il ricordo di Gianmarco sia accompagnato anche nel tempo futuro da questo sentimento: il primo a rimproverarvi sarebbe proprio lui, sempre gioviale e disponibile, specie ad ascoltare, da animo sensibile quale era.
Ieri sera a casa sua Lara e Roberto ed oggi con Andrea ho letto su Facebook tanti vostri messaggi: sono loro a dire la
verità su Gianmarco e sul vostro legame con lui, che rimarrà indelebile nel tempo. Ho visto tante vostre foto con lui, saranno il ricordo incancellabile di un percorso di strada che avete condiviso con Gianmarco e che nessuno vi potrà mai togliere, nemmeno la morte!
“Le grandi acque non possono spegnere l’amore, né i fiumi travolgerlo”.
La canzone forse in assoluto preferita da Gianmarco, grande cultore della “musica che conta” (mi ha colpito la sua predilezione per i Doors, il primo Bruce “The Boss”, il primo Bob Dylan e altri giganti del passato) è “Blowin’ in the Wind”. Tanti anni fa era una canzone che veniva persino cantata in chiesa con il titolo “cattolicizzato” di “Risposta”: si trova ancora nei vecchi libretti dei canti nelle parrocchie. In un suo passaggio, il testo dice esattamente queste parole: “Quanti bimbi dovranno morire e senza saperne il perché?”. Gianmarco, un ragazzo innocente, è morto: perché? Risponde bene il ritornello della stessa canzone: “Risposta non c’è, e forse chi lo sa, caduta nel vento sarà”. E’ vero, è inutile cercare risposte ad un quesito che non troverà mai alcuna plausibile spiegazione razionale. L’unica vera risposta a questa che tutti consideriamo umanamente un’ingiustizia, è l’AMORE. E’ lo stesso Dylan a dirlo qualche riga dopo: “Quante volte un uomo dovrà litigare sapendo che è inutile odiare?” L’unica medicina per vincere la rabbia, la delusione, il senso di abbandono, è l’amore.
Quello che Roberto e Lara gli avete dato e che gli ha permesso non solo di esistere ma anche di vivere sedici anni stupendi, soprattutto –da quello che mi diceste- di gioie e soddisfazioni (in primis, la scuola: il secchione fuori dal comune, perché amico di tutti). E che ben vi ha ricambiato, abbondantemente, con la sua maturità, anch’essa fuori dal comune, quasi fosse a volte lui il padre e la madre e voi i figli. L’amore dei nonni, degli zii, dei cugini. E poi, ragazzi, il vostro amore: di voi, amici di Castro, di voi, compagni della III F e di tanti altri che non conosco.
Volete vincere questa rabbia? Continuate a credere nell’AMORE, anche di “Chi”, in questo momento, ritenete che vi abbia tradito e, quindi, vi ha deluso. Guardate: anche Lui aveva un Figlio che è stato ucciso barbaramente e in modo assolutamente ingiusto. Anche per Lui, Roberto e Lara, Gesù era Figlio unico e sa, Lui sì, io che non ho Figli no, ma Lui sì … Lui sa che cosa provate in questo momento. Io ho conosciuto Gianmarco da piccolo, ma non come voi, ragazzi, lo avete conosciuto in questi anni. Io non posso sapere esattamente quello che provate in questo momento, ma Lui sì, ve lo assicuro.
Tra qualche ora si spegneranno i riflettori. Sì, per alcuni giorni ancora, forse anche qualche settimana, Facebook pullulerà di tanti messaggi belli come quelli che ho letto tra ieri ed oggi. Ma poi la vita tornerà a scorrere come sempre, non ci illudiamo. Il sostegno della comunità ci sarà, certo, ma non sempre. E in quei momenti nei quali Lara, Roberto, Salvatore, Maria, Rita, Vincenza, Luciano, Daniela, Matteo, Valerio, sarete soli e voi ragazzi quando mancherà la corrente, e le batterie del computer vi lasceranno a piedi e Facebook, Twitter, Youtube non vi potranno permettere di riempire il vuoto che provate per la morte di Gianmarco, sappiate di poter sempre contare su “Qualcuno” che non ha bisogno dell’elettricità per esservi accanto e che più di ogni persona sulla Terra può capire ciò di cui avete veramente bisogno.
Voi lo sapete, io non mi sono mai vergognato di dirvi che per più di un anno ho vissuto il tunnel della depressione. Tante persone mi hanno aiutato ad uscirne, e bene. Ma se sono qui quest’oggi a condividere con voi questo momento di dolore, è perché ho sempre trovato una Persona che non solo non ha smesso un solo istante di amarmi e volermi bene, ma me lo ha sempre dimostrato.
Tu, Gianmarco, sei stato sempre un po’ poeta, con le frasi di autori famosi che ogni tanto distribuivi via internet a tutti noi. C’è un testo, a cui sapete sono molto legato, che sono sicuro ti avrebbe fatto piacere, Gianmarco, proporre ai tuoi genitori e ai tuoi amici, se lo avessi conosciuto e che esprime bene quello che ho appena detto su Dio:
“Questa notte ho fatto un sogno”
Ho sognato che ho camminato sulla sabbia
accompagnato dal Signore
e sullo schermo della notte erano proiettati
tutti i giorni della mia vita.
Ho guardato indietro
ed ho visto che ad ogni giorno della mia vita,
proiettato nel film, apparivano orme sulla sabbia:
una mia ed una del Signore.
Così sono andato avanti
finché tutti i giorni si esaurirono.
Allora mi fermai guardando indietro,
notando che in certi posti c’era solo un’orma …
Questi giorni coincidevano
con i giorni più difficili della mia vita,
i giorni di maggior angustia,
di maggior paura e di maggior dolore…
Ho domandato allora:
“Signore, Tu avevi detto che saresti stato con me
in tutti i giorni della mia vita,
ed io ho accettato di vivere con Te,
ma perché mi hai lasciato solo
proprio nei momenti peggiori della mia vita?”
Ed il Signore mi rispose:
“Figlio mio, io ti amo e ti dissi
che sarei stato con te durante tutta la camminata
e che non ti avrei lasciato solo neppure per un attimo,
e non ti ho lasciato solo…
i giorni in cui tu hai visto un’orma sola sulla spiaggia
sono stati i giorni in cui ti ho portato in braccio”.
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