Alessandro D’Avenia è uno degli autori chiamati a raccontare il libro che ha cambiato la loro vita.
E cco il suo testo
Presentato nei giorni scorsi al Salone internazionale del Libro di Torino, «I libri ti cambiano la vita» (Longanesi, pagine 348, euro 14,90) nasce da un’intuizione di Romano Montroni, considerato il più esperto libraio d’Italia. Nel volume – il cui ricavato servirà alla ricostruzione della Biblioteca comunale di Aulla – cento autori si misurano con il capolavoro che più di ogni altro si è dimostrato decisivo nella loro esperienza umana e letteraria. Ho partecipato a questo bel progetto e desidero condividere con voi in anteprima il capitolo che ho scritto.
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Deluderò chi cerca in queste righe il libro che mi ha squadernato le possibilità infinite del mondo, che ha reso il mio cuore un po’ più intelligente, che mi ha regalato ore di consapevole fuga dalla realtà per tornarvi con più fame, che mi ha insegnato a guardare tra le pieghe nascoste delle cose, tra le righe del mondo, che mi ha regalato un briciolo di empatia in più verso gli altri e un po’ di misericordia in più per i miei vicini di condominio. Insomma non racconterò di quel libro che mi ha fatto innamorare di più della vita e insegnato che le parole sono il modo per possedere le cose, anche quelle che ci portiamo dentro, anche quelle che si nascondono nei meandri più nascosti dell’anima.
Non lo farò, perché quel libro è un libro che non ho mai letto, un libro che non ho mai sopportato, un libro che non ho
mai finito. Quel libro mi ha insegnato che c’erano cose noiose, persino nella mia magica infanzia e che io non avrei mai scritto una storia noiosa, né l’avrei mai raccontata. Le mie nonne, siciliane, mi riempivano le orecchie di storie vissute e io rimanevo ore ad ascoltare di tedeschi che entrano in casa minacciando la vita di mio padre neonato, di corriere da cui scendeva mio nonno per andare a trovare la sua bella in un paese lontano dal suo…
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