Denise Compagnoni ha scritto oggi un pezzo pubblicato su Il Messaggero. Eccolo
A Frosinone è polemica sulle inaugurazioni pre elettorali. A Ceccano no. Anche perchè, più che aprire, le opere pubbliche in questa campagna elettorale vengono chiuse. Una dopo l’altra. A partire dal Palazzetto dello sport, crollato sotto la neve di febbraio e da allora sigillato. Sono passati quasi tre mesi, ma la Giunta di Antonio Ciotoli, oltre ad affidare un incarico tecnico per studiare il caso, non si è più pronunciata sul caso.
L’ultimo, in ordine cronologico, è invece il Castello dei Conti. Lo splendido maniero recuperato solo pochi anni fa nel 2011 è rimasto aperto grazie ai volontari del Servizio civile che ne avevano migliorato la fruibilità, promuovendone l’utilizzo con manifestazioni ed eventi e realizzando un sito internet ad hoc. Il 5 aprile però l’anno di volontariato è finito e il Castello ha chiuso i battenti. I ragazzi, riunitisi in un’associazione, hanno proposto al Comune di continuare con la gestione ad un costo irrisorio. La risposta, in una seduta di Giunta di venerdì, è stata negativa. Per motivazioni politiche, sussurrano. Ma l’elenco delle strutture inaccessibili continua: c’è la Mediateca, sigillata da oltre un anno dopo un allagamento. C’è il Museo delle tradizioni, inaugurato e mai aperto. C’è il Cinema Antares che, da esattamente due anni non è più tale, ma solo una splendida sala concessa occasionalmente ad associazioni e scuole.
C’è il Parco Astronomico, ricoperto dalle erbacce. C’è il glorioso ex Santa Maria della Pietà i cui locali, da quando non è più ospedale, sono occupati solo in minima parte e per il resto abbandonati. E via dicendo. L’elenco poi sarebbe ancora più lungo se aggiungessimo anche gli storici ruderi che da decenni “caratterizzano” la città: l’ospedale di via Morolense e l’ex Saponificio Annunziata, tanto per citarne due. Insomma una città incompiuta o coi lucchetti alle porte, sigillata. Mancano solo al palazzo del Comune, i lucchetti.
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