Il tema dell’accesso dei giovani al mercato del lavoro, e della loro permanenza nel circuito occupazionale, è sempre stato al centro della riflessione del Cnel. Quest’anno, dopo aver dedicato ampio spazio alla questione della condizione lavorativa dei giovani all’interno dell’annuale Rapporto sul Mercato del Lavoro, il Cnel ha convocato grandi interlocutori a confrontarsi sul tema. Il Seminario su “ Giovani e mercato del lavoro: policies europee ed internazionali a confronto”, svoltosi il 25 gennaio, si proponeva di offrire un focus sulla questione, che tenesse conto delle caratteristiche specifiche della situazione italiana, ma anche della dimensione europea ed internazionale, con la quale operare raffronti e ricavare indicazioni utili per policies efficaci.
La situazione presentata è decisamente allarmante. Nei paesi dell’area OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) il tasso di disoccupazione giovanile è mediamente aumentato. In Italia, rispetto ai livelli pre-crisi (2000-2007), si attesta al 17.2%, con un innalzamento di circa 5 punti percentuali. Il quadro non sembra destinato a evolversi positivamente: le previsioni annunciano una crescita moderata, se non una moderata nuova recessione. A detta dell’OCSE, il dato relativo alla disoccupazione, soprattutto quella di lungo periodo, resterà alto in molti paesi dell’area, tra cui l’Italia. A questo si aggiunge l’incidenza di un’alta percentuale di NEET (Not in Education, Employment or Training, non occupati né coinvolti in attività educative e formative), percentuale sempre crescente anche in funzione dell’età e della localizzazione geografica: in Italia ammontano a 2,2 milioni, il 23,4% di persone di età compresa tra i 15 e i 29. Di essi oltre la metà (54,5%), si trova nell’Italia meridionale, anche se la crisi ha visto aumentare la percentuale di “scoraggiati” soprattutto al Nord e al Centro.
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