Riceviamo un commento da parte di Salvatore P. , che, ritengo, sia un ingegnere
Per le coperture non esiste un carico imprevisto i carichi sono solo quelli del vento e della neve. Inoltre preciso che non esiste una differenza tra coperture di abitazioni private e pubbliche, Prima di pronunciarsi molti tecnici che in questi giorni si improvvisano tecnici farebbero bene a leggere la normativa vigente. In particolare le NTC 2008 par.3.4 “Azioni della neve” e scoprirebbero forse per la prima volta che il territorio di Ceccano ricade in zona III dove è prevista la progettazione delle coperture a partire di un carico neve pari a 60 kg a metro quadrato, valore da correggere poi in funzione dell’altezza dal livello del mare, dalla forma della copertura, dal coefficiente termico e dal coefficiente di esposizioni. Una corretta progettazione avrebbe condotto ad eseguire il dimensionamento della copertura con un carico neve massimo pari proprio a 60 kg a metro quadro. Questo perchè per altezze sotto i 200 m dal livello del mare, i coefficienti di cui sopra assumono valori massimi pari all’unità. Sono molto perplesso come tecnici abbiamo potuto pensare che una copertura pubblica debba essere più sicura di una privata, la vita di 4 persone o di 100 persone ha lo stesso valore. Forse i pseudo-tecnici si confondono con i solai di un edificio pubblico che naturalmente va verificato per carichi maggiori rispetto ad uno privato, ma in questo caso è chiaro perchè nel primo caso è previsto un affollamento maggiore e quindi un carico maggiore rispetto ad un’abitazione privata. Sui tetti invece non è previsto alcun affollamento.
Vedendo bene le foto e la tempistica, la copertura è venuta giù con 40 cm di neve fresca che corrispondono ad un carico di circa 40 kg a metro quadro.
Ricapitolando: ipotizzando che la progettazione fosse stata fatta a regola d’arte, tenendo conto di un carico neve di progetto pari a 60 kg a metro quadro e i margini di sicurezza imposti dalla normativa sulla resistenza dei materiali utilizzati (circa pari a 3 per il legno), la struttura portante della copertura doveva entrare in crisi per un cario pari a 180 kg a metro quadro, pari a circa 180 cm di neve fresca. Questo valore poi poteva essere anche più elevato considerando un ulteriore margine di sicurezza a discrezione del progettista.
L’ingegneria è una scienza esatta e non si presta a chiacchiere da bar.
Scopri di più da Pietroalviti's Weblog
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.
Pietroalviti's Weblog 
Bisognerebbe informare l’autorità giudiziaria di tutte queste belle notizie.
Salve Pietro,
non era mia intenzione la salvaguardia dell’anonimato. Mi chiamo Salvatore Proto e sono ingegnere, il mio commento aveva come scopo principale quello di rimettere sui binari giusti una discussione in cui ormai troppi riferimenti tecnici erano lasciati alla fantasia…per me una questione di sentimenti (“amo” il mio lavoro).
Mi piacerebbe condividere il mio punto di vista con altri professionisti del settore (ingegneri e architetti) per scendere nei dettagli.
Mettendo da parte il danno subito dalla nostra comunità, la possibilità di analizzare da vicino cause e meccanismi di un crollo più unico che raro non capita tutti i giorni (case history).
Saluti
approfitto di portare i saluti di un mio collega di Roma, Luca Cosciotti, mi ha sempre detto di conoscerti e di salutarti, non se tu ti ricordi di lui.