Al Castello dei Conti il museo archeologico


ricostruzione della villa di Cardegna

Il Castello dei Conti ospiterà il museo archeologico. L’antiquarium ceccanense (questo il nome scelto dalla giunta Ciotoli) sarà così articolato:

–         Un percorso  di visita introdotto da una legenda ed articolato in diverse sezioni espositive;

–         Ogni sezione sarà presentata da pannelli esplicativi corredati da foto e planimetrie che illustreranno:
1– il territorio ;
2– la villa romana di Cardegna: una villa di notevoli dimensioni sorta in età repubblicana ed abitata fino agli ultimi secoli dell’impero,caratterizzata da un ricco settore residenziale e dotata di impianto termale;
3- l’area di culto di Fontana della Grotta dove è testimoniata la presenza di un antico santuario frequentato dal IV a.C. al VI sec. d. C.;
4 – una tomba ipogea rinvenuta in località Colle degli Scolopi datata fine III-IV sec. d.C.

–         L’ esposizione dei reperti in vetrine e/o su appositi supporti e pedane;

–         Un’area dedicata alla ricostruzione della particolare sepoltura di Colle degli Scolopi;

–         Nella sala che ospita l’esposizione potrà essere collocata una postazione dove verrà collocato uno schermo per vedere a ciclo continuo il dvd della TAV  il quale presenta un’affascinante ricostruzione in 3d della villa romana di Cardegna e dell’area di culto limitrofa ovvero Fontana della Grotta.

Lo ha deciso con una propria deliberazione la Giunta Municipale il 9 agosto scorso.  Si tratta di un evento molto importante per la città: infatti dal  2005 palazzo Antonelli conserva nelle sue cantine migliaia di pezzi archeologici che finora nessuno, se non gli archeologi della Sovrintendenza hanno potuto ammirare. Nella relazione della delibera della giunta Ciotoli si legge che il patrimonio archeologico rinvenuto per i lavori della linea ferroviaria Alta Velocità in località “Le cocce” costituisce  certamente un importante risorsa storica e culturale che la nostra Amministrazione ha tutto l’interesse e la volontà di valorizzare al meglio. L’indagine archeologica  condotta in seguito allo scavo, iniziato nel 1996,  con il contributo finanziario della  TAV e sotto  la supervisione scientifica della  Soprintendenza Archeologica per il  Lazio,  ha permesso di evidenziare i resti di una villa di epoca romana, di una tomba monumentale e di un sistema idraulico sotterraneo, particolarmente interessanti per l’ubicazione nei pressi di Fabrateria Vetus.

Dopo l’effettuazione degli scavi che hanno permesso una indagine archeologica accurata sull’intera area e una probabile datazione del complesso tra la metà del I sec. D.c. e l’inizio del IV secolo d.c., in seguito alle indicazioni della stessa Sovrintendenza,  l’area è stata del tutto ricoperta e messa in sicurezza, al fine di preservarne l’integrità da eventuali danneggiamenti. Il Ministero per i beni e le attività culturali, Sovrintendenza Archeologica per il Lazio,  ha posto l’intera area sotto vincolo archeologico dando inizio alle relative procedure di esproprio a totale carico dello stesso Ministero.

Importanti reperti archeologici venuti alla luce durante gli scavi, dopo le  necessarie autorizzazioni ministeriali, totalmente inventariati, sono stati depositati in alcuni locali comunali di Palazzo Antonelli. I materiali depositati ammontano a ca. 5800 pezzi, di cui meno della metà è costituito da ceramica, un terzo da elementi lapidei architettonici (marmi e ardesie) mentre la parte restante da oggetti metallici, intonaci e vetro.

Tali reperti sono stati oggetto di un intervento condotto dalla Sovrintendenza che ha permesso un primo lavoro di studio e catalogazione preliminare dei reperti. In data 23.05.2011,  continua la delibera della giunta, sono stati consegnati dalla Sovrintendenza Archeologica per il Lazio in deposito al Ns.  Ente e collocati nei medesimi locali comunali di Palazzo Antonelli, nuovi reperti archeologici provenienti dagli scavi in loc. Le Cocce (scavo del 1998) e dal sito di Madonna delle Grazie (dove oggi è stato costruito un palazzo in cemento, ndr.)

Dovremmo tutti esultare per una tale decisione che porrebbe finalmente termine a decenni di abbandono e di ignoranza, eppure Palazzo Antonelli non ne ha dato notizia, perché? C’è qualcosa che non sappiamo?


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