L’ultima mossa, un paese di pochi o un paese di tutti?


Da Gianluca Popolla e Giovanni Proietta riceviamo e pubblichiamo:

…5 settembre 2009 …24 dicembre 2009
Il 5 settembre di quest’anno, un gruppo di ragazzi volenterosi di cambiare la loro città (stufi della solita retorica dei partiti), sono entrati a Castel Sindici, con il duplice intento di pulire un viale abbandonato (anche se pubblico) e di risvegliare il senso civico dei Ceccanesi ormai intorpidito. Abbiamo capito perché tutto non va come dovrebbe: è inutile voler cambiare le cose in questa città e questa esperienza, grazie all’aiuto proverbiale dell’Amministrazione, ci ha insegnato che è valida la frase “ O con noi o contro di Noi”. E’ impossibile collaborare con un soggetto istituzionale che fugge il confronto, non ascolta i cittadini, non sa accogliere le sue richieste, una politica morta, che non sa più ragionare ma solo scappare, trovare scuse e giustificarsi. Nessuno ci restituirà le ore che abbiamo passato davanti al Comune a fare la fila davanti ad uffici per incontri che, a quanto pare, non sono serviti a niente se non ad illuderci; nessuno ci verrà a dire che questa politica è “bella”; nessuno saprà, come non sa spiegarci perché si debba dire NO ad un gruppo di Ragazzi pieni di senso civico quando nella nostra Città continuano a vedersi sempre più numerosi, i sintomi della decadenza culturale di questa paese. Se questo è il menefreghismo con il quale siamo stati trattati è facile capire la fortuna dei nuovi modelli, NESSUNO SI MERAVIGLI. Abbiamo tentato le vie legali, siamo stati costretti ad immergerci (per poi impantanarci) in un’odiosa burocrazia, alla Scoperta della politica peggiore per capire che: Non si può essere corretti con chi è scorretto. Ormai l’interesse di questa intera classe politica (maggioranza e opposizione) è soltanto l’autocoservazione, il mantenimento della poltrona senza il merito necessario.
Ceccano vorrebbe cambiare ( o almeno una sua parte) ma non può.
In tal caso i numeri non contano, non contano le alleanze politiche, le lacune e la marcata volontà del Comune di lasciare tutto com’è non può essere più tollerata dai cittadini e non può più essere scambiata per la solita politica clientelare, per la solita politica della buca e del lampione, per la solita retorica fine a se stessa che lascia la nostra comunità nella più profonda noncuranza.
Dobbiamo cambiare e ce lo impone il buonsenso, dobbiamo cambiare e non possiamo permettere che ce lo impediscano così come hanno fatto in questi tre mesi, così come continueranno a fare finchè qualcuno non gli faccia capire che Ceccano non è la loro città, bensì la nostra (e per nostra intendo di tutti, anche la loro).
Parliamoci chiaro: il Comune non è un ufficio di collocamento, né la residenza estiva di alcune famiglie che se ne appropriano indebitamente, il Comune dovrebbe essere la nostra rappresentanza e, se permettete, non ci sentiamo rappresentati da chi trascura l’inquinamento ambientale, non ci sentiamo rappresentati da chi trascura le fonti economiche( o almeno le possibili fonti economiche) di questo paese, da chi non permette a un gruppo di ragazzi di compiere un atto civico per il Paese usando loschi trucchi e non il buonsenso.
La domanda è questa: vogliamo continuare ad essere il Paese di pochi, oppure il Paese di tutti ?

Gianluca Popolla

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