CECCANO _ C’è soltanto un po’ di arsenico in più, niente altro. Potete lavare l’insalata e sciacquarvi i denti, nessun pericolo, dicono alla Asl. La legge consente che ce ne sia un valore non superiore a 10 microgrammi per litro. Il 13 maggio scorso nell’acquedotto di Ceccano ne vennero trovati 12 microgrammi. Ma secondo la Asl, non si trattava di una situazione di particolare allarme e così ha chiesto un parere all’Arpa che il 9 giugno, quasi 20 giorni dopo, dichiarava l’acqua non potabile. Chissà, forse è la prevenzione di Mitridate, il re del Ponto, che per evitare di essere avvelenato, ogni giorno, prendeva un po’ d’arsenico. Bene, siamo rassicurati sulla lieve entità dell’inquinamento, come già anticipato ieri, però abbiamo da porre alcune domande che i lettori hanno rivolto al nostro giornale. La prima: come mai è tanto difficile ottenere informazioni certe sulla qualità dell’acqua che arriva nelle nostre case? Ci sono voluti 4 giorni di articoli, con migliaia di telefonate di cittadini impauriti perché qualcuno finalmente dicesse <<si tratta soltanto d’arsenico!>>. Arpa, Asl, Acea hanno detto che è compito del comune informare i cittadini. Allora ci piacerebbe sapere il perché di un ritardo così evidente da parte di Palazzo Antonelli. Davvero è inaccettabile questo rimbalzare di responsabilità da una parte all’altra per poi finalmente accettare di parlare e dire le cose come stanno. Tutti questi enti hanno costosi uffici stampa che però non possono dare informazioni se il dirigente di turno non li autorizza. E così la paura e la disinformazione creano il panico. Sarebbe il caso che le diverse istituzioni chiamate a vigilare sulla salute dei cittadini modifichino radicalmente tali comportamenti che minano alla base il diritto all’informazione.
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