Era un centro minerario, molto piccolo: Pietro il grande e poi Caterina II l’avevano favorita perché nel distretto metallifero più importante della Russia. Allora si facevano cannoni per quell’esercito russo che avrebbe sconfitto Napoleone nel 1812: lo stagno e il rame non mancavano per la lega di bronzo con la quale riempire lo stampo tubolare per le bocche da fuoco di Suvarov e di Potemkin. Ma nessun in Europa conosce a quella piccola cittadina di 500 abitanti proprio al confine tra l’Europa e l’Asia. Divenne famosa nel 1918, quando i bolscevichi il 17 Luglio, uccisero lo zar Nicola II e tutta la sua famiglia. Erano stati portati sugli Urali dopo la rivoluzione e tenuti prigionieri nell’appartamento di un funzionario delle miniere, Ipatiev. Ora su quel luogo sorge la Basilica del Sangue, costruita subito dopo la fine dell’Unione Sovietica. Oggi Ekaterinburg ha un milione e mezzo di abitanti: la maggior parte vi è stata deportata nel periodo staliniano e durante la II Guerra Mondiale quando la città sugli Urali sembrava destinata ad essere l’ultimo baluardo della resistenza sovietica all’invasione hitleriana. Vi furono trasferiti infatti molti ministeri, uffici centrali, migliaia di impiegati che dovettero lasciare luoghi ben più temperati per andare ad abitare in un posto in cui d’inverno il termometro tocca i 40 sotto zero ed anche in questo momento, arriva a -10 con la neve. Da una delle cucine di
un piccolo albergo nella Prospettiva 8 Marzo partiva la voce di Radio Mosca durante la II Guerra Mondiale. Ad Ekaterinburg fu abbattuto l’U2, aereo spia americano, pilotato da Powells, il 1 maggio del 1960. Dei dintorni di Ekaterinburg era Boris Eltsin primo leader russo dopo la fine dell’Unione Sovietica. L’abbiamo visitata in occasione del XV Festival Internazionale Musicale dei Giovani: abbiamo visto il grande livello culturale della città, con oltre 30 teatri, abbiamo notato le contraddizioni della nuova Russia, grattacieli da una parte e i casermoni di Krushev dall’altra e le baracche dei deportati. Abbiamo visto le tante chiese ricostruite al posto di quelle distrutte durante il periodo della rivoluzione o trasformate in magazzini e caserme. Abbiamo visto la ricchezza ostentata e il lavoro serio di tante persone, bagni stratosferici e latrine improponibili nel 2014. Abbiamo visitato un’antica fonderia in cui si facevano cannoni e oggi si realizzano campane, i tanti musei della città, le pietre preziose, il paradiso dei geologi. Un viaggio da consigliare, per capire la storia della Russia e dell’Europa.
Ecco qualche foto della città e dei suoi dintorni Ekaterinburg Romanov
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L’ha ribloggato su Pietroalviti's Webloge ha commentato:
A 100 anni dal massacro della famiglia imperiale dei Romanov, 17 Luglio 1918