Ora inizia il giubileo della vita attraverso le tre porte, la speranza, l’amore e la fede. Ecco l’indicazione dell’arcivescovo Marcianò a Casamari, nella celebrazione di chiusura del giubileo nelle diocesi di Frosinone e Anagni Alatri, domenica 28 dicembre a Casamari. In una basilica strapiena di gente, con i gonfaloni delle confraternite di tutto il territorio, presenti con i loro abiti processionali, l’arcivescovo ha innanzitutto salutato i due vescovi emeriti presenti alla celebrazione, mons. Spreafico e mons. Loppa e poi si è rivolto ai presenti dicendo: lo spirito ha soffiato con abbondanza in questo anno giubilare, questo di oggi è un ulteriore inizio, con la chiesa arricchita da un patrimonio inestimabile. Il giubileo ha aperto tre porte, la speranza è la prima, porta di una Chiesa in preghiera, soprattutto speranza nella pace, nell’alleanza sociale, speranza nella solidarietà e nei giovani. Sembra, a volte, che nulla sia cambiato, eppure nulla è come prima. Non possiamo far finta che il giubileo non ci sia stato, i giovani di Tor Vergata, i tanti operatori di solidarietà, le tante famiglie che educano alla pace: quanta preghiera è stata consegnata alla chiesa, porta che apre il cuore di Dio. La seconda porta è quella dell’amore, di una Chiesa in cammino, fin dalla dimensione familiare, come ci insegna la santa famiglia di Nazaret. La chiesa in sinodo è una Chiesa in famiglia, con relazioni autentiche, con vero ascolto e vera obbedienza. È il cammino d’amore in cui desidero le nostre chiese camminino. La fede, la terza porta, cresce durante il cammino, ma è Gesù la vera porta. Il cammino di fede è cammino di unità: solo se uniti rimarremo pellegrini di speranza

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