di Angelino Loffredi
Non avrei immaginato che un articolo pubblicato su Studi Cassinati quindici anni fa titolato “1° Dicembre 1951. Una tragedia cittadina “ dopo tanto tempo potesse avere una ripercussione così estesa e profonda. Mi riferisco alla ricostruzione che facevo di un tragico avvenimento, a causa di un ordigno bellico, accaduto a sette anni dalla fine della guerra, che colpi irrimediabilmente 5 bambini: Francesca Cristofanilli, Domenico Mastrogiacomo, i fratelli Vincenzo e Giuseppe Di Pofi, Antonio Ciotoli. In quelle giornata la storia venne vissuta con una partecipazione cittadina ma successivamente il tempo l’aveva fatto dimenticare. L’idea di ricostruire la tragedia mi venne offerta da mio cognato Giovanni Ferri, il quale da Ivrea mi inviò una fotocopia della Domenica del Corriere dell’epoca che riproduceva lo sconvolgente avvenimento. Del fatto ricordavo solamente di aver partecipato in una grigia giornata con la mia classe alle esequie religiose tenute nella chiesa di San Giovanni Battista gremita di persone. Potete trovare qui il frutto di quella sollecitazione.
Già l’altro anno nei luoghi del dolore, a Callami, dove avvenne la tragedia, promossa dalla Pro Loco cittadina c’è stata una interessante iniziativa con notevole partecipazione di cittadini dominata dal ricordo e dalla commozione.
Ma il dato, che merita di essere riportato, riguarda il fatto che quella manifestazione di affetto non si è esaurita: in tutto questo periodo l’impegno a ricordare e a far ricordare è andato avanti anzi si è ulteriormente sviluppato. L’opera è proseguita attraverso l’impegno materiale e finanziario di tre persone che meritano di essere indicate: Salvatore Masi, Rino Ciotoli e Lorenzo Ciotoli. E’ stato realizzato un vero, suggestivo Memoriale che ripropone in tanti particolari l’avvenimento arricchito da materiali pregiati. L’area circostante è stata bonificata, è stata ricuperata la fontana di cui l’articolo stesso accenna. In questi giorni, inoltre, fra le altre testimonianze acquisite vanno riportate quella di Titta Diana, affermato artigiano ceccanese che ci ha ricordato, con grande e mai dimenticata sofferenza, di essere stato lui dodicenne, apprendista falegname, ad aver inchiodato le casse dei 5 fanciulli. Inoltre, dal Canada, ritornerà Antonio Ciotoli, il bambino che nell’articolo, in braccio alla madre, Nicolina Maura va incontro al fratello Giuseppe il quale insieme ad altri sta ritornando a casa ma a poca distanza dall’incontro sarebbe saltato in aria. Per i tempi che stiamo vivendo, per i venti di guerra che soffiano da ogni parte, per i 54 conflitti esistenti in ogni parte del mondo, il Memoriale non è un luogo eretto solo per ricordare ma una sollecitazione verso tutti a fermare la corsa al riarmo ed ad avviare una necessaria e doverosa politica di pace e per la coesistenza pacifica. L’altra notizia positiva riguarda il fatto che l’iniziativa questo anno vedrà la partecipazione diretta dell’Amministrazione comunale alle 15 del 1 Dicembre 2025.
Angelino Loffredi


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