
Vittorio Ricci, uno degli storici più attivi sulla presenza spagnola nel meridione d’Italia e non soltanto, originario di Vallecorsa, per tanti anni insegnante al Liceo di Ceccano e all’Istituto Alberghiero, ha ricevuto il premio Honos, percorsi di cittadinanza attiva, che gli verrà consegnato a Noto, il prossimo 4 ottobre, nella prestigiosa sede di Palazzo Nicolaci. La motivazione del premio recita: per il suo contributo rilevante nel campo della ricerca e la rivalutazione storica esemplare per ogni cittadino, per la dignita’ e onore al merito. Il Premio Honos rappresenta un riconoscimento di eccellenza, riservato a personalità che si sono distinte per meriti eccezionali nel campo accademico, scientifico, sociale, artistico ed istituzionale, e il suo operato incarna pienamente i valori, l’alto profilo etico e professionale che tale premio intende celebrare.
L’abbiamo sentito al telefono. Prof. Ricci, ha appena ricevuto la notizia del conferimento del Premio Honos 2025. Come ha vissuto questo riconoscimento?
Con grande emozione e profonda gratitudine. Ricevere il Premio Honos – Sezione Constantia è per me un onore che va oltre il merito accademico: è un riconoscimento al valore della ricerca come strumento di consapevolezza civile. Sapere che il mio lavoro è stato apprezzato da un comitato scientifico così autorevole mi commuove e mi responsabilizza.
La cerimonia si terrà il 4 ottobre a Noto. Una data e un luogo molto significativi, vero?
Assolutamente sì. Il 4 ottobre è il giorno dedicato a San Francesco d’Assisi, patrono d’Italia, simbolo di umiltà, bellezza e dedizione al bene comune. E ricevere il premio proprio a Noto, capitale del barocco siciliano, aggiunge una dimensione simbolica e culturale straordinaria. È come se la bellezza del luogo e la spiritualità della data si unissero per dare ancora più senso a questo momento.
Qual è il messaggio che sente di voler condividere in questa occasione?
Che la storia non è solo memoria, ma anche coscienza attiva del presente. Ogni ricerca, ogni pagina scritta, ogni documento ritrovato è un atto di responsabilità verso la verità e verso la comunità. Il mio lavoro è sempre stato mosso dal desiderio di restituire dignità alle storie dimenticate, di far emergere ciò che è stato sommerso, di offrire strumenti per comprendere il nostro tempo attraverso il passato.
Cosa rappresenta per lei la sezione Constantia del Premio Honos?
È forse la parte che più mi tocca. La costanza, la continuità, l’impegno etico sono valori che cerco di incarnare ogni giorno, nel mio lavoro e nella mia vita. Essere premiato in questa sezione significa che il mio percorso è stato riconosciuto non solo per i risultati, ma per la coerenza con cui è stato portato avanti.
Un pensiero finale?
Il mio grazie va a chi ha creduto nel mio lavoro, a chi mi ha accompagnato lungo il cammino della ricerca, e a chi continua a credere che la cultura sia una forma di resistenza e di rinascita. Il Premio Honos non è solo un riconoscimento: è un invito a continuare, con ancora più passione e responsabilità.

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