di Angelo Mattoccia, sindaco di Pofi
Quella di ieri è stata una giornata intensa. Ieri mattina sono entrato in Comune con abiti puliti e ordinati. Ieri sera quegli stessi abiti erano coperti di fango e segatura, segnati dal peso dei rami, intrisi di pioggia e di sudore, impregnati dell’odore forte della “miscela”. Non sono semplicemente gli abiti indossati dal Sindaco: sono il simbolo di tutte quelle persone che erano sulla strada, a liberare le vie, a ridare passaggio, a rimettere in sicurezza il paese. Verso le 18:30, l’inimmaginabile: raffiche di vento, pioggia battente, le prime chiamate. Nubifragio, tromba d’aria. Usciamo subito dal Comune. Davanti a noi uno scenario fuori dal comune, alberi abbattuti su strade provinciali, comunali e vicinali e oggetti volati in ogni dove. Protezione Civile, volontari, amministratori comunali, Polizia Locale e cittadini si sono messi fianco a fianco, con motoseghe e mezzi, per liberare le strade.

In poco meno di due ore, insieme, abbiamo restituito il passaggio ovunque possibile. Sarebbe bello poter emanare un’ordinanza che vieti i nubifragi o le calamità naturali o magari che arresti il cambiamento climatico. Ma non è possibile e bisogna quindi partire dal presupposto che la sicurezza è responsabilità collettiva, ma anche personale: chi amministra si assume le responsabilità, nel bene e nel male, di garantire la sicurezza sul territorio, come ogni giorno facciamo con tutte le nostre forze tra le tante difficoltà, a partire dal dovere che sentiamo di rimboccarci le maniche nei momenti di criticità. Senza prescindere mai dal principio che solo con la collaborazione e la sensibilità di tutti si può cercare di ridurre qualsiasi rischio (per quanto possibile dinanzi alla forza della natura). Grazie di vero cuore per lo straordinario lavoro al Gruppo di Protezione Civile del nostro Comune, alla Polizia Locale, ai Volontari, agli Amministratori comunali, ai Cittadini che, passando, si sono fermati anche solo per spostare un ramo o per segnalare le criticità. È questo uno dei volti belli della nostra comunità: che aiuta, che misura il proprio contributo nei gesti a servizio del prossimo, che si ritrova a vivere il senso della condivisione e dello stare insieme anche in momenti come questo. Come da prassi c’è poi il volto di chi sussulta di vana “gioia” dinanzi a quanto accaduto, nell’amara consapevolezza che tra i rami degli alberi a terra, i tetti danneggiati, colture distrutte, oggetti vari volati ovunque e le case disalimentate dall’energia elettrica possa esserci terreno fertile per la propaganda (politica) e per dare lezioni di amministrazione (“da che pulpito”!). C’era solo fango e preoccupazione, e soprattutto non c’era nessuno di loro. L’umana compassione mi porta a ricordare le parole di quel proverbio che dice “Sui cadaveri dei leoni festeggiano i cani, ma i leoni restano leoni e i cani restano cani”.
Ed i leoni erano quelli con gli abiti sporchi, stanchi, ma fieri di aver fatto la propria parte per la propria comunità, ma anche tutti quei cittadini che hanno vissuto purtroppo i disagi, i danni e la paura.
E i cani? Ai posteri l’ardua sentenza.
In questo momento siamo vicini a quei Concittadini che hanno subito danni a case, immobili, pertinenze e beni vari, restando a disposizione per qualsiasi necessità o bisogno e valutando sin da subito come Amministrazione la richiesta alla Regione Lazio di dichiarazione dello stato di calamità naturale.
Un pensiero anche ai comuni confinanti, colpiti da danni ingenti e inestimabili.
Nel frattempo continuiamo a essere sulla “strada”, perché questo è il nostro impegno, sempre!
Grazie di vero cuore a tutti!
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Dispiace per il disagio accaduto al Comune di Pofi per il maltempo e comprendiamo il coraggio del Sindaco e popolazione che hanno ripristinato almeno in parte le esigenze quotidiane.