Tanta gente con il vescovo per la messa solenne della festa di S. Giovanni cui è seguita la processione. La Collegiata era piena di gente che ha accolto con attenzione le parole del vescovo diocesano, mons. Ambrogio Spreafico. Siamo tutti una meraviglia stupenda, ha detto il vescovo prendendo spunto dalle letture della liturgia, indipendentemente dai nostri pregi o difetti. Dio ci vuol bene, ci conosce, capisce le nostre difficoltà, le nostre fragilità, vuole che guardiamo agli altri come lui guarda a noi. Se volessimo imitarlo, ci permetteremo di essere violenti? Di insultarci l’un l’altro? Il Battista, ha continuato mons. Spreafico, ci insegna l’umiltà, sa che non è lui quello che deve venire e così si fa da parte. il Signore ha una grande pazienza con noi, vuole renderci uomini e donne che vogliono costruire un mondo di pace. E poi ha concluso: quando torni a casa, portati dentro l’alfabeto di Dio, la Parola che abbiamo ascoltato. E’ la Parola di Dio che ti fa fare cose nuove se sappiamo ascoltarla. Pensate: siamo qui perché il Signore ci ha parlato e noi l’abbiamo ascoltato. Al termine della celebrazione, si è snodata la processione con la bellissima statua, ordinata dai ceccanesi 160 anni fa, con il suo trono: c’erano i rappresentanti di diversi comuni del circondario, delle Confraternite, delle Associazioni e c’erano i due carabinieri in alta uniforme che il parroco, don Tonino Antonetti, ha voluto fortemente. E poi tanti bambini, membri delle associazioni, i cori parrocchiali. Al termine della processione è stato esposto al pubblico il manoscritto cinquecentesco della Cronaca di Ceccano, documento fondante la storia della Contea, recentemente restituito alla parrocchia. Evviva S. Giovanni!
qui il racconto fotografico di Giuseppe Bucciarelli

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