DI MARZIO GALEOTTI E ALESSANDRO LANZA
Arrivano molti spunti di riflessione dalla Cop28 di Dubai: sul ruolo dei paesi produttori di fonti fossili e su quello dei paesi consumatori; sulla volontà di crescita dei paesi in via di sviluppo e sulle speranze legate alle tecnologie, di oggi e di domani.

Chi produce petrolio e chi lo consuma
Dicono che l’Accordo di Parigi sia stato propiziato dall’enciclica papale Laudato Si’. L’esito finale della Cop28 appena terminata sarebbe stato forse assai più ambizioso se Papa Francesco non fosse rimasto bloccato a Roma per motivi di salute. Quella di Dubai sarebbe stata la prima Cop a ospitare un Papa – attualmente è il più grande testimonial e amico della lotta ai cambiamenti climatici – che veniva a perorare la causa in un paese che è uno dei principali produttori ed esportatori di petrolio. E forse la gradualità del transition away sarebbe diventata un impegno più netto e deciso sui combustibili fossili.
Mentre ci auguriamo che Papa Francesco possa partecipare in futuro, visto il bisogno di Cop assai più ambiziose e risolutive, vale la pena fare qualche riflessione su quella appena conclusasi.
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