Bozzetti di una vita semplice, in cui non c’erano porte, recinzioni, i bambini, tanti, andavano da una casa all’altra senza avere il minimo concetto della proprietà privata, c’era sempre un po’ d’acqua e una ciambellina per loro, anche quando facevano qualche marachella, e ne facevano: 4 passi nel Borgo è stato un successo, ha portato alla Borgata tante persone che non avevano mai visto quei vicoli sopra Piazza Borgo Berardi, ha consentito agli abitanti di capire meglio il luogo dove hanno sempre vissuto, ha dato la possibilità ai giovani di rappresentare un mondo che non c’è più e per il quale in tanti sentono nostalgia. La Borgata, quel gruppo di case operaie appollaiate davanti allo stabilimento, costruite per ospitare gli operai edili in partenza quotidiana ed antelucana per Roma, nacque in concomitanza della costruzione della linea ferroviaria che fu inaugurata da Pio IX nel 1862. Le casette che vi furono costruite e che avrebbero dato poi il nome ad un popoloso quartiere di Ceccano, avevano lo scopo di ospitare le famiglie degli operai in modo che potessero facilmente prendere i treni dell’alba per raggiungere la capitale, in quegli anni in fortissima espansione edilizia. Alla Borgata, come da allora si chiamò, c’erano anche il pastificio, poi diventato saponificio, il collegio degli Scolopi, poi convertito in ospizio psichiatrico ma c’erano anche le prime botteghe artigiane di sartoria ad esempio, o una fabbrica di mattoni con la sua fornace. Una dei suoi residenti, Gabriella Schiara, insieme ad un gruppo di amici, ne ha voluto ricostruire la storia con una documentazione fotografica e con dei racconti che sono stati letti durante la manifestazione svoltasi il 30 giugno alle 17. Tutto davvero bello, significativo ed in molti momenti emozionante. 4 passi nel Borgo è stata realizzata con la collaborazione della Proloco di Ceccano e la rete delle Associazioni

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