di Giancarlo Caselli, già procuratore generale antimafia
Non ho ancora visto il film su Tommaso Buscetta di Marco Bellocchio e mi sarà impossibile vederlo per alcuni giorni. Sarà di certo in linea con la storia del regista e con la sua produzione artistica, a volte discussa, ma sempre capace di far riflettere su temi scabrosi con narrazioni di alto livello. Le mie dunque saranno considerazioni, come dire, esterne al film.

Innanzitutto la data di presentazione in Italia: il 23 maggio, anniversario della strage di Capaci. Una scelta giustificata dal fatto che “l’accoppiata Falcone-Buscetta” condusse efficacemente per anni una battaglia comune. Che avrebbe potuto segnare il definitivo affossamento di “Cosa nostra” se l’opera di Falcone non fosse stata brutalmente interrotta, prima ancora che si scatenasse la violenza stragista dei mafiosi, dalle calunnie che gli furono scagliate addosso sul finire degli anni ’80.
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