di Luigi Alici
Quando Karl Marx, nel 1844 scrisse nella introduzione alla Critica della filosofia hegeliana del diritto che «La religione è il singhiozzo di una creatura oppressa, il sentimento di un mondo senza cuore, lo spirito di una condizione priva di spirito. È l’oppio dei popoli», non avrebbe mai immaginato che, a distanza di poco meno di un secolo, la storia lo avrebbe smentito così clamorosamente. Adolf Hitler è stato il primo grande leader politico ad aver compreso che le religioni – opportunamente “trattate” – non sono affatto un anestetico che induce sonnolenza, ma al contrario un potente energetico nella vita di un popolo: “Got mit Uns“(Dio è con noi) era il motto inciso sulle fibbie delle cinture dei soldati del Reich.
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