Ricorre domani, giovedì 18 ottobre, il decimo anniversario dalla morte di mons. Salvatore Boccaccio, vescovo di Frosinone-Veroli-Ferentino dal 1999 al 2008. La diocesi lo ricorderà con una celebrazione eucaristica, presieduta dall’attuale vescovo, mons. Ambrogio Spreafico, alle 19 nella cattedrale di Santa Maria Assunta, dove mons. Boccaccio è sepolto. “È stato un vescovo popolare”, racconta al Sir il vicario generale della diocesi di Frosinone, mons. Giovanni Di Stefano. “Si faceva chiamare don Salvatore e finché la salute glielo ha permesso girava la diocesi per predicare le lectio bibliche. Era molto legato al Vangelo e amava i poveri, in cui vedeva Gesù. Sotto il suo episcopato, abbiamo avuto la visita di Giovanni Paolo nel 2001. Come dono al Papa, la diocesi ha realizzato cinque case di accoglienza, tuttora attive e cresciute di numero”, prosegue. Boccaccio era nato a Roma nel 1938, dove è stato ordinato presbitero nel 1963. Prima di arrivare a Frosinone, è stato vescovo ausiliare a Roma e vescovo di Sabina-Poggio Mirteto.
La celebrazione di domani ricorderà anche i dieci anni dalla morte di mons. Angelo Cella, avvenuta il 27 maggio 2008, vescovo a Frosinone dal 1981 al ’99. Sotto il suo episcopato c’è stata la fusione tra la diocesi di Frosinone-Veroli e quella di Ferentino: “Ha diretto quell’operazione senza incidenti né lamentele, con scienza e prudenza – racconta mons. Di Stefano –. ‘A chi mi dà un pugno, rispondo con un abbraccio’ diceva. Aveva il pallino delle vocazioni e dal gruppo che ogni mese incontrava in episcopio sono usciti diversi sacerdoti. Era missionario del Sacro Cuore e, prima di arrivare a Frosinone, era stato a Palermo dove, tra l’altro, era direttore spirituale del seminario quando don Pino Puglisi era seminarista”, conclude.
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