Stavolta sono venute giù quelle imponenti di via S. Paolo della Croce, a Ceccano, all’incrocio con via Fontana Colle Alto. A poca distanza ne è stata abbattuta una ultrasecolare in via Villa Cocceio. Certo, chi le ha abbattute avrà avuto le sue ragioni, probabilmente dovute anche a condizioni di pericolo, ma si trattava di alberi molto grandi ed antichi, un patrimonio di ossigeno oltre che di bellezza pesaggistica. Tenete conto che un albero di quella grandezza è in grado di produrre 15 – 20 tonnellate di ossigeno ogni anno e di aliminare altrettanta anidride carbonica. L’abbattimento di un albero di quelle dimensioni è dunque una perdita secca del patrimonio ambientale della collettività. Da tempo sosteniamo l’idea di catalogare le piante del territorio di Ceccano, assegnando le più significative al patrimonio ambientale della città, chiedendo così una cura particiolare, senza essere costretti ad arrivare all’abbattimento: ad oggi nessuno ci ha dato retta. Almeno si imponga a chi taglia la piantumazione di 10 querce per ogni esemplare abbattuto
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