di Giada Zampano, giornalista
La follia è una condizione umana. In noi la follia esiste ed è presente come lo è la ragione. Il problema è che la società, per dirsi civile, dovrebbe accettare tanto la ragione quanto la follia.
Franco Basaglia, Conferenze brasiliane
È una mattina calda di fine aprile quando arrivo a Ceccano, un comune in provincia di Frosinone noto per il castello medievale dei Conti, ma anche perché per settant’anni la sua storia si è intrecciata con un luogo che tutti qui chiamano ancora “il manicomio”. Dell’edificio oggi resta un rudere che si staglia imponente su una collinetta, con le sue finestre cieche e il parco ormai abbandonato. Hanno provato a riconvertirlo più volte, senza riuscirci del tutto.
A poca distanza, nella casa che ospitava una comunità terapeutica, tre anni fa è stata realizzata una residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza (rems). È qui che viene accolto chi ha commesso un reato ed è stato giudicato dal tribunale “infermo o seminfermo di mente”, cioè non in grado di intendere e volere al momento in cui l’ha compiuto, ma socialmente pericoloso; e chi ha ricevuto una sospensione della pena perché in carcere ha cominciato a soffrire di disturbi psichiatrici.
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