di Francesco Occhetta
Per i napoletani il Moscati è ancora oggi ricordato come il medico dei poveri: il suo studio, nel cuore della vecchia Napoli in via Cisterna dell’Olio, era sempre pieno di pazienti.
L’ultima delle sue preoccupazioni era l’onorario: ai poveri chiedeva di lasciare quanto potevano in un cestino all’ingresso dell’ambulatorio oppure di prendere quello di cui avevano bisogno.
Chi era e cosa ha fatto Giuseppe Moscati per essere ricordato ancora oggi come il santo medico di Napoli? Il suo curriculum studiorum è di primo livello: maturità classica conseguita con la media del nove a 17 anni; laurea a 23 anni con il massimo dei voti; subito dopo, a distanza di pochi mesi, vince sei concorsi.
Nel 1903 diventa Coadiutore Straordinario presso l’Ospedale Incurabili di Napoli, a quei tempi il più importante nosocomio del sud Italia. A 31 anni vince il concorso come Coadiutore Ordinario Ospedaliero, esaminato da Antonio Cardarelli che lo sceglie come suo medico personale; nello stesso anno consegue la Libera Docenza in chimica fisiologica a cui rinunzia per fare vita di corsia. A 33 anni gli viene affidata la Direzione dell’Istituto di Anatomia Patologica.
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