di Ambrogio Spreafico, vescovo di Frosinone
Abbiamo ascoltato da poco il racconto della Passione di Gesù dal Vangelo di Marco, che inizia e termina con il gesto di due persone, una donna e un uomo, non due discepoli, due sconosciuti, che si prendono cura del corpo di Gesù. A Betania una donna entra nella casa di un certo Simone, il lebbroso, probabilmente un guarito da Gesù, e versa un vaso di olio prezioso sul capo di Gesù. Un gesto del tutto gratuito, com’è gratuito l’amore di Gesù per noi.
Ma alcuni s’indignano con quella donna che aveva sprecato quel profumo così prezioso. Che esagerazione! Un gesto gratuito crea sempre sorpresa, sembra esagerato. Anche la conclusione del racconto della Passione termina con un gesto di gratuità. Un certo Giuseppe di Arimatea, pur non essendo parente di Gesù, si prende cura del suo corpo per la sepoltura.
Cari amici, noi abbiamo seguito Gesù per imparare la gratuità in un mondo mercato dove tutto si calcola e si regola, in genere a proprio vantaggio. Sì, l’amore vero è sempre esagerato, perché gratuito.
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