di Fulvio Scaglione
Rieccoci. Scoppiano i disordini in Iran e le nostre reazioni sono tipiche. Da un lato il complotto: le proteste come opera del nemico, in questo caso Usa e Israele (e perché non anche Arabia Saudita?), pronti a fomentare e provocare. Dall’altro la soddisfazione, come se i giovani iraniani scendessero in piazza per fare un piacere a noi, per avere più McDonald’s o votare Donald Trump. O come se il problema fosse il velo delle donne, altra fissazione di una società occidentale infatti pronta a idolatrare Macron e signora e convinta che permettere a chiunque di sposare chiunque sia più importante che trovare un lavoro ai giovani.
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