
di Alessandro D’Avenia
L’uomo è sempre stato fragile e lo diventa di più quando finge di non esserlo, come quando ripeteva protetto dal suo insufficiente dopobarba: «non devo chiedere mai». L’uomo (e la donna) sono fragili per costituzione: mentre gli animali si specializzano tirando fuori corazze, zanne, artigli e tutto ciò che serve a vivere, l’uomo non si specializza in nulla perché ciò che lo differenzia dagli animali è l’intelligenza riflessiva, cioè la possibilità di conoscere se stesso e il mondo. Mentre gli animali si adattano all’ambiente, l’uomo adatta l’ambiente a sé rimanendo sanamente fragile. É fragile perché resta comunque mortale e, a differenza degli animali, lo sa.
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