Pochissimi cittadini conoscono il PAT di Ceccano: l’acronimo sta per Presidio Ambulatoriale Territoriale. Si tratta di un ambulatorio dove medico e infermiera accolgono i pazienti dalle 8 del mattino alle 20. Le patologie che vengono affrontate vanno dal codice bianco al verde: dall’inizio dell’anno vi hanno fatto ricorso oltre 2000 persone che così hanno evitato le lunghissime file del pronto soccorso. Eppure il PAT non viene pubblicizzato.
Ci dà qualche informazione il dott. Stefano Tiberia, in un post pubblicato su facebook che riporto volentieri
Un ospedale con i controfiocchi. Questo era il Santa Maria della Pietà di Ceccano prima che una sciagurata decisione regionale ne decretasse la pubblica evirazione,con un fulmineo colpo di bisturi. Da tenore qual era, retrocesse così, in un attimo, a voce bianca! E il tutto avvenne nell’indifferenza più vomitevole, tra proteste formali che avevano il suono e la consistenza di una scoreggina di neonato.Mentre a Pontecorvo bloccavano l’autostrada,separando di fatto l’Italia in due,noi qui non facemmo altrettanto con la ferrovia.Il massimo della virilità espressa dalla politica locale fu una scenografica,quanto inefficace,minaccia di ”incatenamento”.
Pardon dimenticavo (ma forse era solo rimozione) la brancaleontica “Marcia su Roma” di una ventina di ceccanesi orchestrata con i pontecorvesi (questi si presenti a centinaia).Ma ormai era troppo tardi.L’antico, gigantesco portone di legno del nosocomio era ormai idealmente sprangato a doppia mandata.Rimaneva soltanto un Pronto Soccorso declassato,che di lì a poco sarebbe scomparso,ingoiato dalle fauci dell’ospedale provinciale di Frosinone.Per non parlare della TAC a spirale,sottrattaci d’imperio,senza che gli imbelli politicucci dell’epoca facessero udire la propria voce,magari curata per la sintassi da un adeguato correttore di bozze.Ma questo era ieri.Degli antichi fasti rimangono oggi i poliambulatori,il 118,le due comunità terapeutiche,la REMS,la Guardia medica e servizi vari.Poca roba.Tuttavia non renderei onore al vero se non citassi quanto di buono recentemente è stato fatto.Sto parlando del PAT (acronimo che sta per Presidio Ambulatoriale Territoriale),al quale anch’io fornisco il mio modesto contributo.Si tratta di un ambulatorio dove medico e infermiera accolgono i pazienti dalle 8 del mattino alle 20.Le patologie che vengono affrontate vanno dal codice bianco al verde (per intenderci congiuntiviti,coliche renali,lombosciatalgie,otiti,sindromi influenzali,punture d’insetto,cistouretriti,cateterizzazione in caso di globo vescicale,attacchi di panico,rimozione punti di sutura,medicazione di ferite e quant’altro).Va comunque sottolineato che se nel Presidio arrivasse un codice rosso ( e ne sono capitati ) il sanitario è in grado di riconoscerlo e prestargli il primo soccorso,in attesa che l’ambulanza del 118-letteralmente a due passi-lo trasporti al Provinciale.Le cifre : dall’inizio dell’anno abbiamo avuto un dignitoso numero di accessi,circa 2000,contribuendo così a “sgonfiare” parecchio il P.S. di Frosinone.Questo Servizio è frutto dell’impegno e della caparbietà del dott.Francesco Carrano,Direttore del Distretto B e anch’egli ceccanese.C’è di buono in tutto questo anche il fatto che tanti giovani medici,altrimenti poco occupati,possono lavorare entrando nei 60 turni mensili (d’accordo non è il massimo..ma è meglio che nulla).Unica nota stonata di quanto sopra è la poca pubblicità che è stata data all’istituzione del Presidio,peraltro snobbato da “taluni”poco informati dei fatti.Pertanto condividere queste povere righe sarebbe di una meravigliosa utilità civica, in quanto l’informazione potrebbe aiutare,se non addirittura salvare, più persone.Concludo asserendo che il PAT non è certamente un Pronto Soccorso ma come dice il saggio “Meglio fare un po’ di luce che lamentarsi dell’oscurità”.
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