di Gemma Gemmiti
Persino le stelle stanotte stanno in silenzio, per non perdere neanche una nota, una pausa, un respiro.
Qualcuna cade, forse per provare ad avvicinarsi un po’.
Altre splendono.
Semplicemente.
Ogni anno che passa vedo questi ragazzi, gli amici di Francesco, un po’ più cresciuti. Anche senza di lui. Nonostante.
Sorridono però, di quei sorrisi pieni (anche di mancanze) che hanno le persone che ce l’hanno fatta.
Sai, di quelle che attraversano la tempesta e ne escono apparentemente illese.
O quasi.
La musica riempe vuoti, colma spazi.
Salva.
E ogno colpo studiato sulle percussioni, lo dimostra.
“In questa stessa piazza Francesco giocava”.
Ora è piena di persone che sono lì per lui a testimoniare che nulla finisce.
Emozioni che affiorano negli occhi umidi di tutti mentre si assiste alla musica più bella in assoluto,
quella della forza di due genitori che hanno saputo trasformare un dolore immenso in un concerto di puro Amore.
Francesco continua ad essere tra noi: la sesta riga del pentagramma.
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