di Simone Esposito
Quelle di Mazzolari e Milani sono due vite cristiane tanto grandi da riuscire a contenere insieme la ribellione e l’obbedienza, l’autonomia e la fedeltà. E come è difficile: è un miracolo che riesce solo ai profeti e ai cristiani radicali, in senso letterale, quelli che vivono il Vangelo alla radice.
Tanti loro detrattori, in nome della convenienza, li hanno perseguitati e bollati come eretici. Tanti ammiratori incapaci di comprenderne il messaggio autentico li hanno branditi contro quella Chiesa che don Primo e don Lorenzo hanno invece amato visceralmente. Perché l’autonomia senza fedeltà non è autonomia: è idolatria di se stessi. Perché la fedeltà senza l’autonomia non è fedeltà: è meretricio.
Oggi il Papa, inginocchiandosi sulle loro tombe, rende omaggio alle vite degli “obbedienti in piedi”: quei tanti preti e laici che hanno fatto e fanno lo sforzo di vivere il proprio battesimo nella parresia, senza scorciatoie, senza scappatoie. Per la nostra Chiesa è una svolta incredibile. Come avrebbe detto don Milani, «un grande miracolo sta avvenendo in questa stanza: un cammello passa nella cruna di un ago»
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