di Marco
“Ma cosa stai guardando da due ore?”
“Youtube.”
“Ma cosa, su Youtube?”
“Un video dei Mates. Ah, tra una settimana vengono a Roma: andiamo? / Ah, tra una settimana esce il loro libro: me lo compri? / Ah, tra una settimana c’è il firma copie qui a Roma: mi ci porti?”
E via dicendo. Da qualche mese a questa parte, come padre di una dodicenne, sono stato coinvolto, volente o nolente, nel mondo degli youtuber. Chi sono costoro? Sono dei ragazzi (e ragazze) che hanno aperto dei loro canali sulla piattaforma più famosa del mondo e grazie ai loro video hanno raggiunto un notevole seguito: gli iscritti ai loro canali si contano infatti a milioni e alcuni youtuber sono diventati delle vere star, invitati a eventi molto seguiti come Romix e Lucca Comics, blanditi da Mondazzoli che ha subito annusato odore di fenomeno editoriale e ha fatto pubblicare un libro a quasi tutti i più famosi youtuber, ingaggiati da Sky che li ha resi protagonisti del programma Social face su Sky UNO; infine, alcuni di loro sono anche tra i protagonisti di pellicole cinematografiche. Insomma, gli youtuber possono piacere o non piacere, ma si tratta sicuramente di un fenomeno interessante sotto vari aspetti. A me personalmente hanno colpito soprattutto tre cose: l’entusiasmo dei fan che rasenta il delirio (lo posso testimoniare di persona, dato che ho accompagnato mia figlia a più di un incontro con alcune di queste webstar), la macchina di marketing e merchandising che è stata costruita intorno a loro e l’uso sapiente che fanno gli youtuber non solo del loro canale personale, ma dei social in generale.
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