Lo afferma l’Associazione Civis: i 500.000 Euro destinati a Frosinone hanno la seguente motivazione: “per la procedura d’infrazione relativa alla Valle del Sacco”. Quindi non soltanto poche bricole ma anche la beffa. Ecco il comunicato dell’associazione: E’ stata pubblicata oggi sul BUR Lazio, la Delibera di Giunta Regionale n.688 del 01/12/2016 preannunciata nei giorni scorsi dall’amministrazione regionale che aveva magnificato un grande piano di investimenti per “l’aria pulita”. Sapevamo già che alla Valle del Sacco erano state destinate le briciole, 3.5 milioni di Euro da suddividere per circa 80 Comuni (una media di 43.750 Euro per Comune) oltre a 500.000 Euro per la città di Frosinone. Ma la lettura della Delibera 688, che pubblichiamo, riserva qualche ulteriore “sorpresa”. In realtà i 500.000 Euro destinati a Frosinone hanno la seguente motivazione: “per la procedura d’infrazione relativa alla Valle del Sacco”. Si scopre così che la procedura d’infrazione n.2471 del 2014 e di cui all’elenco pubblicato dal dipartimento delle Politiche Europee, http://eurinfra.politichecomunitarie.it/ElencoAreaLibera.aspx, riguarda anche i superamenti del PM10 nella Valle del Sacco negli anni dal 2008 e fino al 2013, come del resto riportato nella DGR 132/2016 contenente il rapporto sulle infrazioni alle direttive europee che riguardano la Regione Lazio.
Insomma, non è chiaro a cosa servono questi 500.000 Euro destinati al Comune di Frosinone: forse a coprire i costi della ineluttabile sanzione della Commissione UE? E per le altre eventuali sanzioni che riguardassero tutto il territorio della Valle del Sacco? Una cosa è certa: da tempo era noto, accertato e certificato lo stato di degrado ambientale relativo alla qualità dell’aria nella Valle del Sacco ed i rischi per la salute della popolazione, tanto che la Commissione Europea ha ritenuto opportuno avviare una procedura infrazione alla direttiva 2008/50/CE.
Di interventi per il risanamento ambientale, però, nemmeno l’ombra: c’è voluta l’inchiesta della Procura della Repubblica di Frosinone per smuovere le amministrazioni pubbliche, le quali ora cercano solo di “turare le falle” senza la volontà di attuare un concreto e valido risanamento ambientale.
Perciò, dopo la sanzione sull’omessa bonifica delle discariche che i cittadini stanno già pagando, si prospetta un’ulteriore multa per la mancata attuazione delle misure di risanamento della qualità dell’aria; senza contare che a breve la Commissione aprirà un’altra procedura infrazione alla Direttiva 2000/60/CE per lo stato di qualità delle acque del Bacino del fiume Sacco.
Insomma, per i cittadini della Valle del Sacco dopo il danno ambientale la beffa di dover pagare le sanzioni alla Commissione Europea, perché è evidente che quest’onere ricade sulle casse pubbliche e quindi sui cittadini.
Ma la responsabilità delle violazione delle direttive europee e delle relative sanzioni è in capo agli amministratori locali i quali non hanno attuato le misure di risanamento ambientale sia per le discariche, sia per la qualità dell’aria che per le acque.
Civis aveva già annunciato la presentazione di un esposto alla Corte dei Conti per la sanzione relativa all’omessa bonifica delle discariche, al quale si aggiungeranno quelli per le altre violazioni e sanzioni europee: il principio “Chi inquina paga” vale anche per gli amministratori pubblici.
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