Fra i santi dell’antichità, Gennaro è certamente uno dei più venerati dai fedeli grazie anche al culto che gli tributano i napoletani accompagnato periodicamente dal misterioso prodigio della liquefazione del suo sangue. Patrono amatissimo di Napoli, i suoi attributi iconografici sono il bastone pastorale e la palma, simbolo del martirio.
CHI ERA SAN GENNARO?
Gennaro nacque a Napoli, nella seconda metà del III secolo, e fu eletto vescovo di Benevento, dove svolse il suo apostolato, amato dalla comunità cristiana e rispettato anche dai pagani. La vicenda del suo martirio si inserisce nel contesto delle persecuzioni anti cristiane di Diocleziano. Egli conosceva il diacono Sosso (o Sossio) che guidava la comunità cristiana di Miseno e che fu incarcerato dal giudice Dragonio, proconsole della Campania. Gennaro saputo dell’arresto di Sosso, volle recarsi insieme a due compagni, Festo e Desiderio a portargli il suo conforto in carcere. Dragonio informato della sua presenza e intromissione, fece arrestare anche loro tre, provocando le proteste di Procolo, diacono di Pozzuoli e di due fedeli cristiani della stessa città, Eutiche ed Acuzio. Anche questi tre furono arrestati e condannati insieme agli altri a morire nell’anfiteatro, ancora oggi esistente, per essere sbranati dagli orsi. Ma durante i preparativi il proconsole Dragonio, si accorse che il popolo dimostrava simpatia verso i prigionieri e quindi prevedendo disordini durante i cosiddetti giochi, cambiò decisione e il 19 settembre del 305 fece decapitare i prigionieri.
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