di Steve’s
La Disillusione Digitale è una forma di disagio che colpisce alcune persone, tipicamente over 50, maschi e femmine, indipendentemente dal censo o dal fisico. Tra i suoi tipici sintomi: sentirsi stonati in un coro di lodi del Digitale, avere sempre vent’anni di più degli altri seduti al tavolo di progettazione, provare fastidio per le terminologie anglicizzanti e per la parola di moda (ma vedi la Nota in fondo a questo testo). I Disillusi Digitali vedono la storia alla maniera di Vico: c’è stata un’Età degli Eroi, in cui sono stati fatte tutte le scoperte più importanti, sono stati inventati i paradigmi e sono stati dati i nomi veri alle cose; e ora c’è l’Età degli Uomini, in cui il digitale è democratico e di tutti, ma se ne è perso il significato profondo.
La Disillusione Digitale in fondo assomiglia alla disillusione politica: c’è stata la Rivoluzione, poi l’era grigia del Digitale Reale, e poi il Crollo del Muro Digitale. Come quella, ha forti connotati affettivi, ma cerca di spiegare se stessa in termini di processi sociali, economici, tecnologici.
Ma forse conviene vederla in una prospettiva meno storica e più psicologica. Anzi psicoterapeutica.
Quando si parla di Digital Divide si pensa ad una linea di demarcazione tra generazioni. I giovani nativi e i vecchi immigrati, etc. Invece è un confine che ci troviamo davanti tutti, spesso, a tutte le età.
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