Aleppo muore nell’indifferenza generale.. Ecco le considerazioni di Andrea Riccardi
Che succede in Siria? Un intero Paese muore in una guerra senza quartiere. È tristemente semplice. Sul terreno, invece, tutto è complicato: guerra tra le forze del presidente Assad (appoggiate dai russi), l’Isis, i curdo-arabi (appoggiati dagli americani), Al Nusra, un tempo affiliata ad Al Qaeda e altri attori armati. Le guerre s’intrecciano. La gente non sa dove andare. Ci sono quasi cinque milioni di rifugiati all’estero. Più di 600 mila sfollati si addensano verso la frontiera giordana. Il conteggio dei morti, civili e combattenti, è difficile. Forse mezzo milione. Ha detto recentemente papa Francesco: «È inaccettabile che tante persone inermi, anche tanti bambini, debbano pagare il prezzo del conflitto, il prezzo della chiusura di cuore e della mancanza di volontà di pace dei potenti».
Le immagini di Aleppo mostrano palazzi sventrati. La parte est della città, assediata dalle truppe del Governo, accoglie 300 mila persone, condannate alla fame, senza medicine. Lo scontro tra governativi e ribelli segna alterne vicende, ma alla fine la vittoria di Assad è probabile. L’altra Aleppo, controllata dai governativi, dove abitano i cristiani rimasti, soffre molto. Un giovane di quella città ha dichiarato: «L’umanità è finita ad Aleppo». Gli ospedali bombardati. I bambini uccisi. Avevamo fatto un appello per Aleppo “città aperta”. Chi lo ha preso sul serio?
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