di Fulvio Scaglione
La partecipazione dei musulmani di Francia e d’Italia, insieme con molti dei loro imam, alle celebrazioni religiose cattoliche, in segno di comune lutto per l’assassinio a Rouen di padre Jacques Hamel e di comune rifiuto della violenza, è un segno straordinario. Teniamolo prezioso e cerchiamo di capirlo bene.
Questo non è il tanto invocato “gesto” dei musulmani moderati, quella “prova” di dissociazione dalla violenza degli islamisti che molti, spesso in buona fede ma ancor più spesso ipocritamente, hanno continuato a pretendere in questi anni. La “prova” i musulmani d’Italia e di Francia la danno ogni giorno, restando tra noi in pace, adattandosi a ciò che loro non piace, difendendo usi e costumi che magari non piacciono a noi. Lavorando. Facendo figli che vanno alle nostre scuole. Insomma vivendo. Che altro dovrebbero fare? Dopo tutto, nessuno ha chiesto a noi di fornire una “prova” della nostra dissociazione dagli Usa e dalla Gran Bretagna che, inventando una guerra terroristica contro l’Iraq, provocarono la morte di decine di migliaia di musulmani innocenti. Nessun musulmano mi ha mai chiesto di dissociarmi pubblicamente da chi ha distrutto la Libia e sono certo che nessuna richiesta analoga è mai arrivata a chi eventualmente legga queste righe.
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