di Gino Roncaglia
C’era davvero bisogno di parlare di Pokémon Go anche qui? Immagino che molti lettori abituali del sito scuoteranno la testa perplessi e avranno la forte tentazione di saltare a piè pari questo articolo.
Per provare a trattenerli, ho due armi. Primo, promettere che a lettura ultimata potranno capire un po’ meglio di cosa si tratta e avere qualche elemento in più per valutare quella che, piaccia o no, sarà probabilmente la moda dell’estate. Secondo (ma più importante),assicurare che un collegamento con il mondo del libro è possibile, ed è– credo – anche interessante.
Ma partiamo dalle basi. Pokémon Go, come ormai sanno quasi tutti, è un gioco per dispositivi mobili (in sostanza, per smartphone). Uno dei due ‘genitori’ di Pokémon Go è il gioco giapponese Pokémon, uscito in due diverse versioni (rossa e blu) nel 1996 per il Game boy, la console portatile prodotta dalla Nintendo che ha dominato il mercato videoludico mobile degli anni ’90.Nella seconda metà degli anni ’90 Pokémon ha avuto un enorme successo globale, trasformandosi in una vera e propria moda e dando vita a serie televisive, cartoni animati, gadget, e a un’infinità di altri giochi che integrano, proseguono o imitano quelli originali.
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